Dossier cibi ultraprocessati: il cibo spazzatura che mangiano i nostri bambini influenza il loro quoziente intellettivo?

Dossier cibi ultraprocessati: il cibo spazzatura che mangiano i nostri bambini influenza il loro quoziente intellettivo?

Dopo avervi illustrato il concetto di alimenti ultraprocessati (in questo articolo) e i loro effetti sul nostro girovita e sulla nostra salute (in questo articolo), vi abbiamo spiegato come individuarli attraverso la classificazione NOVA (in questo articolo) e come mangiar sano seguendo le nuove Linee Guida per una Corretta Alimentazione stilate in Italia dal Crea (in questo articolo).

Ora concludiamo il nostro dossier sui cibi ultraprocessati concentrandoci sui più piccoli: che effetto ha una dieta ricca di piatti ultraprocessati sui bambini?

 

Alimentazione dei bambini: un monitoraggio lungo 30 anni

Questa domanda se la sono posta i ricercatori dell’Università di Bristol, dove da oltre 30 anni si sta svolgendo un importante studio longitudinale (ovvero che dura nel tempo) sullo stato di salute di un campione di ben 14 mila bambini nati nel 1991 e nel 1992.

L’Avon Longitudinal Study of Parents and Children  (ALSPAC) ha accumulato una mole enorme di dati sulla salute e sullo stile di vita dei giovani nati a Bristol e dintorni negli anni Novanta.
Tra queste informazioni, molte solo relative all’alimentazione di questi ragazzi sin da quando erano molto piccoli.

I ricercatori, infatti, hanno sottoposto ai genitori dei bambini diversi questionari molto dettagliati al fine di rilevare nella maniera più precisa possibile le abitudini alimentari di quei bambini a diversi step di età, a partire dai 3 anni.

 

Cibo e intelligenza: gli effetti dei cibi ultraprocessati sullo sviluppo cognitivo dei bambini

Tra le varie questioni che questo lungo studio voleva cercare di esaminare, c’era anche la spinosa domanda: ciò che diamo da mangiare ai nostri bambini ha effetti sullo sviluppo del loro cervello?

Per tentare di trovare una risposta hanno usato i dati relativi alle abitudini alimentari delle famiglie intervistate per suddividere i bambini in 3 gruppi:

  • Gruppo 1: bambini con una dieta povera di nutrienti e ricca di grassi, zuccheri e cibi ultraprocesati
  • Gruppo 2: bambini che seguivano la dieta “classica” anglosassone, ricca di carne e verdure
  • Gruppo 3: bambini che avevano un’alimentazione che si avvicinava molto alla nostra Dieta Mediterranea.

Hanno poi somministrato il Test del Quoziente Intellettivo a tutti e 3 i gruppi rilevando che i bambini che a 3 anni avevano mangiato prevalentemente cibi ultraprocessati, ricchi di grassi e zuccheri ma poveri di nutrienti avevano ad 8 anni in media un QI più basso rispetto ai bambini con un’alimentazione di stile mediterraneo.
Questo valeva anche per quei bambini che a 3 anni avevano avuto un’alimentazione povera ma che poi era stata corretta.

I risultati di questa ricerca sono apparsi nel 2012 sul Journal of Epidemiology and Community Health.

Benché il test del Q.I. sia ormai riconosciuto come uno strumento parziale di valutazione delle capacità cognitive e comportamentali delle persone, non c’è dubbio che dei dati così chiari, presi su un campione così ampio di soggetti, siano indicativi di una correlazione di fatto – ancora da indagare – tra una corretta alimentazione e il pieno e sano sviluppo del cervello nei primi anni di vita.

Improntare da subito l’alimentazione quotidiana dei bimbi sul modello della Dieta Mediterranea è dunque la scelta migliore per garantire loro  uno sviluppo sano di corpo e mente.

 

Autore dell'articolo: Redazione