IL FUTURO SOSTENIBILE DELL’AGRICOLTURA

Vinitaly 2019: una riflessione sul futuro sostenibile dell’agricoltura

Il futuro è sempre più green da quando la giovane svedese Greta Thunberg, attivista per la sostenibilità ambientale, ha contagiato tantissimi ragazzi in tutto il mondo lanciando quella che ormai sembra una ‘’moda’’ tutta ambientalista.

Infatti negli ultimi anni abbiamo assistito a diversi cambiamenti in molti settori industriali, dalle macchine elettriche, fino alle nuove fonti di energia rinnovabili, come: impianti fotovoltaici o pale eoliche.

La svolta?

Adesso è arrivato il momento di dare una svolta anche al mondo agricolo.

Se da un lato, l’agricoltura sostenibile sta diventando una moda: 5 milioni di litri di vino biologico italiano (venduti 18% in più), d’altro canto l’agricoltura odierna, in molte parti del mondo comunemente chiamata ‘’intensiva’’ è la più gettonata, con le sue pratiche dannose per il suolo e le sostanze chimiche (pesticidi, ormoni, ecc.) che arrivano direttamente al consumatore.

Infatti l’agricoltura bio e sostenibile vuole cancellare tutto quelle sostanze a cui ormai non facciamo neanche più caso, che danneggiano gravemente chi le mangia, senza stressare il terreno coltivato pur non perdendo nessun guadagno sul prodotto.

Nell’agricoltura biologica per eliminare i parassiti infatti, invece di ricorrere ai pesticidi, si usano altri insetti o batteri antagonisti e si privilegiano le tecniche tradizionali come la fertilizzazione organica o le rotazioni colturali che consentono di arricchire il terreno; il principio fondamentale è quello sia di sanare e arricchire l’ambiente, sia di migliorare l’alimentazione dell’uomo.

Un settore in crescita

Ad apprezzare le coltivazioni biologiche-sostenibili italiane non sono solo gli europei, ma come già da tempo abbiamo notato, la Cina, che da sempre apprezza i nostri generi alimentari, ha esportato i nostri prodotti pari al 17% in più dell’anno scorso.

Il gigante asiatico, dice Coldiretti, è un grande esportatore di: vino (+11% 2019), formaggi (+95% 2019), olio d’oliva, frutta e dolci; tutto questo grazie alla nuova ‘’via della seta’’ potrà aumentare ancora di più, portando la vera cucina italiana in tutta l’asia combattendo i prodotti fake.

In questo momento in Cina si sta discutendo un contratto per esportare anche: arance siciliane, carne bovina, pollame con un guadagno pari a 200 milioni di euro.

Questi dati fanno ben sperare per un nuovo ritorno degli italiani all’agricoltura, infatti ‘’l’ANSA’’ dal 2017 ha rilevato un aumento di lavoratori italiani a discapito di lavoratori stranieri (calati del 5%), e 188 mila aziende che assumono manovalanza italiana (le aziende sono in aumento) dimostrano una tendenza positiva anche per quest’anno.

Un ottimo segnale viene proprio dal nord e dal centro Italia, infatti dal 2012 gli operai sono aumentati rispettivamente del 13% e del 6%, aumentando anche le giornate lavorative (+11%).

 

Nuove sfide per il packacing alimentare

Quindi se dobbiamo creare un mondo ‘’agricolo sostenibile’’ ed esportabile senza danni sull’ambiente, dobbiamo anche preoccuparci degli imballaggi e del packing.

Infatti enormi quantità di plastica che stanno ricoprendo il pianeta sta spingendo molti consumatori a cercare altre alternative che portano i designer a creare opzioni come i sacchetti/borse per il cibo, come il Pockeat, progettato da Agooday completamente priva di plastica, impermeabile, resistente al calore e piegabile, completamente riciclabile.

Oppure la nuova borsa progettata da Emma Sicher, una nuova soluzione che crea borse monouso a base di batteri e lieviti.

Infatti invece di creare la borsa con la plastica questa viene prodotta dalla fermentazione della cellulosa microbica.

Il materiale è inoltre realizzato con scarti vegetali che danno colori diversi al prodotto finale, in sintesi è una buccia formata da scarti di frutta e lievito, incredibile vero?

 

Boom di vini “bio

Il mondo si sta muovendo sempre di più verso la moda green, e giustamente, visto che non esiste un pianeta B.

Sfruttare questa onda ambientalista per cambiare anche l’agricoltura sarebbe ora un modo per combattere pesticidi e prodotti chimici dannosi per l’uomo e per la terra, non solo aumentando di valore e di considerazione i prodotti italiani ma risparmiando anche milioni di euro spesi nello smaltimento degli imballaggi che finirebbero quasi sicuramente nel nostro mar mediterraneo.

È stato questo il “fil rouge” del Vinitaly 2019 e anche la filosofia con cui tante aziende italiane si sono proposte di affrontare le sfide del futuro, soprattutto le aziende vitivinicole che hanno visto un boom del +18%, per ora le superfici vitate certificate bio o in fase di conversione coprono oltre 105.384 ettari e questo numero può solo aumentare.

 

A.B. 

Autore dell'articolo: Redazione