“Digital Food Marketing. Guida Pratica per Ristoratori intraprendenti”. Intervista all’autrice Nicoletta Polliotto

Come può il digitale essere d’aiuto alle imprese italiane del food? Se non avete chiara la risposta, potete trovarla in “Digital Food Marketing. Guida Pratica per Ristoratori intraprendenti”, il nuovo libro di Nicoletta Polliotto, uscito lo scorso 6 aprile.

Nicoletta Polliotto è esperta di Digital Marketing per Hotellerie e ristorazione, titolare di Muse Comunicazione e owner del blog CnR – Comunicazione nella Ristorazione, docente e conference speacker. Sulle nostre pagine aveva già parlato di Comunicazione nel settore Food e di Turismo Enogastronomico .

In questa intervista ci parla della sua ultima fatica letteraria e del futuro del settore Food italiano.

Chi sono i “Ristoratori Intraprendenti” ai quali si rivolge la tua Guida Pratica di “Digital Food Marketing”?

Buongiorno Arianna e un saluto a tutti i vostri lettori. Sono lieta che l’aggettivo intraprendente vi abbia colpiti. Volevo qualificare in qualche modo quella dose di coraggio, umiltà, passione, tenacia, professionalità che il ristoratore oggi deve assumere. Perché è giunto il momento di gestire il business dell’accoglienza ristorativa con una nuova mentalità-

È necessario affrontare una vera e propria trasformazione digitale, avventura che non va vista come rivoluzione ma come un lungo percorso evolutivo, partendo da semplici linee guida da applicare nel lavoro quotidiano, al ristorante.

Mi rivolgo a chi ha raggiunto questa consapevolezza: intanto il ristorante è un’impresa e occorre lavorare sulla cultura imprenditoriale. Poi viviamo in un nuovo eco-sistema comunicativo e relazionale: quindi bisogna migliorare la cultura digitale. In una parola: occorre essere intraprendenti!

 

Come mai hai sentito il bisogno di parlare direttamente a chi la ristorazione la fa?

Oltre due anni fa ho scritto, con il collega Luca Bove, un manuale dedicato al marketing digitale per la ristorazione. Primo libro in Italia su questo tema, Ingredienti di Digital Marketing per la Ristorazione ha offerto un percorso panoramico tra le opportunità molteplici del digitale e della tecnologia, applicate nel nostro settore. La visione era grandangolare e ampia. Il libro è stato molto apprezzato sia da ristoratori, F&B Manager, chef sia da food marketer e colleghi del marketing digitale.

Alcuni ristoratori, entusiasti e incuriositi mi hanno proprio chiesto, attraverso i canali sociali e le nostre piattaforme di contenuti, come il blog Comunicazione nella Ristorazione, uno strumento ancora più semplice, applicabile, pragmatico.

Ho riflettuto, molto, prima di scrivere un secondo libro dedicato alle opportunità del digitale per i ristoratori. Il comparto in Italia cresce ma non brilla, faticando ad abbracciare il “futuro”. Metà degli italiani scrive recensioni e cerca il locale da Mobile. Più di 4 milioni ordinano con il food delivery e il 70% vorrebbe prenotare il tavolo online. Ma gli operatori tentennano e faticano a innovare. C’era proprio bisogno di un nuovo manuale di Digital Food Marketing: una guida introduttiva, improrogabile, alla costruzione del piano di marketing digitale per il ristorante. Semplice e pieno di How-to-do ed esempi chiarificatori.

Il libro risulta utile anche a marketer e studenti di food writing e digital marketing.

 

Perché chi si occupa di food deve sapersela cavare anche con il web e la comunicazione?

Lo dicevamo un po’ prima: non puoi più conquistare frotte di clienti puntando soltanto sulla qualità dell’offerta oppure giocando sul prezzo. Il valore attribuito alla food experience non è soltanto monetario. Non funziona (o per lo meno non funziona soltanto) l’approccio: “Il mio ristorante propone ottimi piatti: sono i clienti che devono scegliermi per la bontà delle mie proposte!”

Questi elementi sono ormai scontati. Devi piuttosto conoscere i bisogni dei tuoi ospiti, anticipandone richieste e desideri. Saperli ascoltare come un terapeuta, conoscerne le abitudini come il barbiere di fiducia, seguirne le evoluzioni come un personal trainer, creare una community come un predicatore.

Una buona comunicazione è la colonna portante dei tuoi business. Come potrebbe oggi sopravvivere un ristoratore, non aggiornato su nuovi gusti e abitudini alimentari rinnovate (dalla cucina dei senza alle intolleranze, dalle scelte gastronomiche come lifestyle alle attuali esigenze di leggerezza e digeribilità).

E la comunicazione viaggia su canali mediatici e dispositivi che sono web e digital. Quindi occorre informarsi, aggiornarsi, aprire i propri orizzonti. Saper sceglier strategie, strumenti da usare per promuoversi e vendere il proprio prodotto in modi assolutamente innovativi.

Con il nuovo libro affianchiamo proprio l’operatore in queste scelte doverose e proficue per business e fatturato.

 

Pagine Facebook, schede su Google, account su Instagram, le possibilità per farsi trovare online sono infinite ormai. Quali sono gli spazi indispensabili che bisogna “occupare” se si lavora nel settore del food?

La ricetta perfetta non esiste. E se qualcuno sostiene il contrario mente! Esistono buone pratiche dettate da: dati, statistiche, esperienze, casi di studio e una buona capacità analitica e di ricerca.

Questi consigli vanno inclusi in un contesto di ampio respiro che offra una visione al ristoratore, per comprendere tendenze, grandi evoluzioni economiche, sociologiche, antropologiche. In questo modo il ristoratore ha (con il manuale in modo semplice e immediato) occasione di confrontarsi con le opportunità digitali per migliorare e promuovere al meglio la propria offerta.

Ci sono poi i Case histories e i case studies, ottimi modelli cui ispirarsi e da studiare. I modelli non vanno emulati ma applicati e ricondotti alla propria esperienza quotidiana.

Questo il percorso che offriamo: non un elisir di lunga vita ma validi strumenti di lavoro e di crescita.

Premesso ciò, allo stato attuale risultano ancora importati i siti web, meglio se con un blog aziendale. Impossibile non avere una strategia di local marketing (almeno reclamando e gestendo ad arte la scheda di Google My Business).

Attenzione a monitorare il brand e a rispondere a tutte le recensioni.

Social media? Sì: quasi doveroso Facebook e per il Visual content, ottimo Instagram. Cominciate con pochi strumenti realizzati minuziosamente e popolateli di contenuti e relazioni costanti con i lettori. Questo è un eccellente inizio”.

 

Quanto conta la brand reputation in questo settore? E le recensioni dei clienti? Come può un ristoratore gestire al meglio tutti questi canali di comunicazione diretta con i propri clienti e potenziali clienti?

“Guarda, io credo profondamente che la reputazione sia la chiave del successo delle imprese di qualunque dimensione e comparto.

Il primo capitolo del mio libro (tra l’altro l’anteprima è scaricabile free sul sito web dedicato) inizia con la citazione di un pensiero di Chris Anderson che, nel suo libro “Gratis: come funzionerà l’economia del futuro”, sostiene come le nuove abitudini di ricerca, acquisto relazione online stiano rivoluzionando anche il nostro rapporto con i brand…

Anderson sostiene:

“Il denaro smetterà di essere il segnale principale nel mercato e l suo posto sorgeranno due fattori monetari: attenzione e reputazione.”

Quindi gli elementi da valorizzare sono la cura del cliente e la capacità di distinguerci e farci scegliere (attenzione) ma anche immagine, percezione e autorevolezza che riusciamo a ispirare nei nostri ospiti (reputazione).

Amare il nostro brand non significa più autocelebrarsi o pavoneggiarsi. Significa immaginare come fare innamorare il cliente del nostro ristorante.

Lo chef deve comprendere che il suo cliente non compra quello che fai o come lo fai. Compra il motivo per il quale lo fai. Per la filosofia e i valori che ci sono dietro al tuo piatto o al tuo servizio.

Il cliente ti ama se sente che il tuo obiettivo è donargli gioia. Questi brand sono quelli che sanno parlare alle persone giuste, nel modo giusto e con i media adeguati. E che ricevono buone recensioni.

Il ristoratore ha il dovere (per il suo cliente e per salvaguardare il suo business) di gestire con cura la brand reputation. In modo ordinato, organizzato e – laddove sia possibile e conveniente – automatizzato.

 

Quali sono gli errori che vedi più di frequente fare on-line in questo settore?

Sono peccati capitali. Su tutti la superbia. “Ho sempre fatto così e il mio ristorante è sempre stato pieno.” Ma anche “Chi si credono di essere i clienti a lasciare recensioni, dei critici gastronomici?” Lo dicevamo prima: non basta una grande offerta, serve anche una grande attenzione ai bisogni dei clienti e un’eccellente comunicazione.

Spesso gli operatori si sentono sopraffatti dal cambiamento e dalle rapide trasformazioni e rinunciano, fanno finta di nulla. Oppure scelgono uno strumento es il sito web e lo fanno realizzare così, perché lo fanno tutti.

La trasformazione digitale di un’impresa è un momento di grande analisi e di ripensamento dell’offerta. Bello, intenso, cementa la squadra e ci proietta verso una crescita aziendale e personale. Non sprecatelo! E non affidatevi al primo che incontrate: potrebbero essere Il gatto e la volpe.

 

Chef, ristoranti, bar, enoteche e bistrot fino a che punto possono promuoversi da soli e quando devono affidarsi invece a un professionista della comunicazione?

Ci sono strumenti da costruire e strategie da tracciare. Un piano marketing non può essere improvvisato. Se io sono abile a cucinare un gustoso risotto con i funghi, divento improvvisamente una chef? Posso invitare a casa mia una trentina di ospiti e farmi pagare la cena? Se la mia nonna mi ha insegnato a cucinare biscotti e crostate, scendo in strada con un banchetto e vendo dolci ai passanti, diventando Pastry Chef?

Ciascuno deve svolgere la professione per la quale si è preparato, con competenza, esperienza, portfolio e background.

Affidereste la gestione della vostra boutique o del vostro salone di bellezza al primo che passa? Perché è proprio questo che avviene nel caso non scegliate un professionista specializzato e dall’esperienza comprovata e qualificata.

La presenza digitale di un ristorante è al contempo strumento di vendita, di immagine e di relazione con il cliente. Vogliamo affidare il nostro futuro a un dilettante?

Detto ciò, quando si riesce a individuare un valido consulente, questi affiancherà il ristoratore costruendo con lei/lui un percorso verso il successo. La collaborazione sarà stretta e partecipata.

L’ideale è che l’agenzia prescelta crei il percorso, tracci strategie e tattiche, progetti gli strumenti, lanci il piano dei contenuti e della gestione e affianchi una parte dello staff del ristorante per insegnare e coordinare come utilizzare i tool e come gestire testi, video e immagini. Obiettivo: far camminare da solo il ristorante, l’unico che può far vivere veramente una food experience autentica agli ospiti, anche digitalmente.

 

Quali sono i tuoi prossimi progetti in questa direzione?

Dopo quella che per convenzione (ma ti assicuro anche in realtà) viene definita fatica letteraria, avrei bisogno di una vacanza…. ma proprio in questi mesi serve promuovere il libro e portare in giro fresche e gustose informazioni ai ristoratori di tutta Italia. Quindi sta per partire il mio tour di presentazione del libro.

Man mano aggiorniamo le nostre date su Facebook.

Si partirà il 23 Aprile a Genova, con due giornalisti che tenteranno di mettermi in difficoltà, mentre io presento due casi di studio inclusi nel libro: due trattorie, sul palco con me.

Poi il 3 maggio nella straordinaria Libreria Liberrima, un tesoro di cultura anche food, nel cuore della città barocca, Lecce, con la presentazione di BTM.

Il 14 maggio poi a Firenze, presso La Feltrinelli, a braccetto con un giornalista, un esperto di influencer marketing, una brand specialist e un ristoratore molto tecnologico…

Poi ancora Parma, Modena, Torino (al Salone del Libro), Sondrio, Pordenone, Ivrea, Alba, Salerno e altre città ancota.

Se i ristoratori non cercano il digitale, il digitale va ai ristoratori!

Buona lettura a tutti gli intraprendenti.

Autore dell'articolo: Redazione