ZENZERO E CERVELLO

Lo zenzero, tipico gusto “natalizio”… quali i suoi effetti sul cervello umano?

Che bella l’atmosfera natalizia! Giusto ieri ho addobbato il mio bell’albero di Natale per prepararmi al meglio alle Feste!

Ho ragionato molto su quale potesse essere un tema interessante per questo periodo, e fra un ragionamento e l’altro sono volato con la mente a Maastricht, città dove ho vissuto per un breve periodo. Durante le festività in cui Sinterklaas, assieme al suo fidato aiutante Zwarte Piet, porta i regali a tutti i bimbi, è uso consumare dei biscottini piccoli e molto gustosi, chiamati kruidnoten (o peppernoten). Uno degli ingredienti base di questi dolcetti speziati è anche l’ingrediente base del Natale (almeno a detta degli Elio e le storie tese!): lo Zenzero.

 

Zenzero: una spezia antica, ricca di storia e molto diffusa

Lo zenzero è una pianta erbacea che, assieme al cardamomo e a tante altre, fa parte della famiglia delle Zingiberaceae.
Lo zenzero che siamo abituati a consumare sotto forma di biscotti o tisane, nello specifico, è lo Zingiber Officinale, nome datogli dal botanico inglese William Roscoe (noto anche per il suo impegno nell’abolizione della schiavitù nel Regno Unito) nel 1807, del quale esistono diverse sottotipologie, e più precisamente ciò che consumiamo è il suo rizoma, ovvero la parte carnosa della radice.

Questa pianta orientale è nota da secoli, tanto da essere annoverata nel Corano fra le spezie sacre e da essere stata descritta da Confucio come una pianta in grado di schiarire la mente.

In 100 g di zenzero troviamo: 17,77 g di carboidrati, 0,75 g di lipidi e 1,82 g di proteine, il che lo rende un alimento dai valori nutrizionali bassi (anche perché solitamente si consuma un quantitativo di zenzero molto inferiore ai 100 g).

 

Gli effetti benefici dello zenzero

Sono noti da tempo i suoi effetti benefici sull’organismo: cura la diarrea (grazie allo zingerone, il componente che gli fornisce la piccantezza e che sembra inibire gli effetti tossici dell’Escherichia coli nell’intestino) (Chen et al., 2007), è antinausea e antiemetico (contrasta il vomito), è un alimento stomachico (cioè stimola la digestione) e possiede proprietà antinfiammatorie e antiossidanti (Vohora & Dandiya, 1992).

 

Zenzero e cervello: c’è ancora tanto da studiare

Come sapete però, qui quello che ci interessa è altro: quali sono i suoi effetti sul cervello? Sono molti gli studi su modelli animali che si sono occupati di indagare questi effetti.

È stato mostrato come, nei ratti con diabete (abbiamo parlato del diabete in questo articolo), l’assunzione quotidiana di zenzero sia in grado di ridurre lo stress ossidativo (ovvero un disequilibrio fra produzione ed eliminazione di specie chimiche ossidanti), l’apoptosi (cioè la morte fisiologicamente programmata delle cellule) e le infiammazioni a livello del cervello (El-Akabawy & El-Kholy, 2014).

Sharma e Singh (2012) hanno invece dimostrato come lo zenzero sia in grado di contrastare gli effetti cerebrali negativi di due insetticidi, il Diclorvos (formula chimica C4H7Cl2O4P) e il Lindano (formula chimica C6H6Cl6), i quali sono causa di stress ossidativo sopra certi dosaggi.

Nel 2012 è stato effettuato uno studio sugli effetti inibitori degli specifici composti fitochimici (cioè presenti nelle piante) di due varietà dello zingiber officinale, lo zenzero rosso e lo zenzero bianco, sull’attività dell’acetilcolinesterasi (AChE), l’enzima che partendo dall’acetilcolina e dall’acqua produce colina e acetato (Oboh et al., 2012).
Questa reazione chimica causa stress da perossidazione dei lipidi (causata dai radicali liberi), la quale può provocare danni alle strutture biologiche, e l’assunzione di zenzero rosso ma soprattutto bianco induce l’inibizione di AChE, riducendo dunque lo stress perossidativo cerebrale nei ratti (ibidem).

Sembra anche che lo zenzero abbia effetti neuroprotettivi nei confronti della tossicità indotta in diverse aree del cervello dal glutammato monosodico, una sostanza presente in molti alimenti quali pomodori, latte e funghi (Waggas, 2009), ma anche in questo caso si tratta di modelli animali.

 

Gli effetti benefici dello zenzero sul cervello umano

Considerando invece gli effetti direttamente osservati sull’uomo, è stato riportato come un’assunzione giornaliera tra i 400 mg e gli 800 mg di zenzero possa migliorare le capacità cognitive  in donne di mezza età (Saenghong et al., 2012), e in generale possa essere un trattamento efficace per i disturbi neurologici dovuti all’invecchiamento grazie ad alcuni suoi costituenti: lo zingerone, il 6-gingerolo, il 6-shogaolo, il 6-paraolio e il deidrozingerone, i quali insieme migliorano i sintomi neurologici equilibrando i processi naturali di apoptosi (Choi et al., 2018).

In sostanza, se vi piace lo zenzero e lo mettereste dappertutto, buon per voi! Non può che farvi bene!

Ah, dimenticavo il più importante fra i suoi effetti benefici: un incremento significativo della magia del Natale! ;)

 

Adriano Acciarino,
Psicologo e Ph.D. in Psicologia e Neuroscienze Sociali,
Professore a contratto di Pedagogia e Psicologia Sociale

 

 

BIBLIOGRAFIA

  • Chen, J. C., Huang, L. J., Wu, S. L., Kuo, S. C., Ho, T. Y., & Hsiang, C. Y. (2007). Ginger and its bioactive component inhibit enterotoxigenic Escherichia coli heat-labile enterotoxin-induced diarrhea in mice. Journal of agricultural and food chemistry, 55(21), 8390-8397.
  • Choi, J. G., Kim, S. Y., Jeong, M., & Oh, M. S. (2018). Pharmacotherapeutic potential of ginger and its compounds in age-related neurological disorders. Pharmacology & Therapeutics, 182, 56-69.
  • El-Akabawy, G., & El-Kholy, W. (2014). Neuroprotective effect of ginger in the brain of streptozotocin-induced diabetic rats. Annals of Anatomy-Anatomischer Anzeiger, 196(2-3), 119-128.
  • Oboh, G., Ademiluyi, A. O., & Akinyemi, A. J. (2012). Inhibition of acetylcholinesterase activities and some pro-oxidant induced lipid peroxidation in rat brain by two varieties of ginger (Zingiber officinale). Experimental and Toxicologic Pathology, 64(4), 315-319.
  • Saenghong, N., Wattanathorn, J., Muchimapura, S., Tongun, T., Piyavhatkul, N., Banchonglikitkul, C., & Kajsongkram, T. (2012). Zingiber officinale improves cognitive function of the middle-aged healthy women. Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine, 2012.
  • Sharma, P., & Singh, R. (2012). Dichlorvos and lindane induced oxidative stress in rat brain: Protective effects of ginger. Pharmacognosy research, 4(1), 27.
  • Vohora, S.B. and Dandiya, P.C. (1992). Herbal analgesic drugs. Fitoterapia 63:195–207.
  • Waggas, A. M. (2009). Neuroprotective evaluation of extract of ginger (Zingiber officinale) root in monosodium glutamate-induced toxicity in different brain areas male albino rats. Pakistan journal of biological sciences: PJBS, 12(3), 201-212.

Autore dell'articolo: Redazione