no alle etichette a semaforo che penalizzano la qualità dei prodotti made in Italy

Onu: no alle etichette a semaforo che penalizzano la qualità dei prodotti made in Italy

Buone notizie per i prodotti tipici della cucina italiana!

Si è infatti scongiurata, durante il Terzo Forum di alto livello delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili, la loro immotivata condanna come cibo insalubre tramite etichette a semaforo e immagini shock con didascalie stile “nuoce gravemente alla salute” come quelle sui pacchetti di sigarette.

 

La Dieta Mediterranea è la più sana… ma qualcuno attacca i suoi prodotti tipici

Olio EVO, Prosciutto, Formaggio… prodotti tipici della cucina italiana e della Dieta Mediterranea – da tutti riconosciuta come la più sana sul pianeta, tanto da renderla Patrimonio Unesco – sono tutti finiti sul banco degli imputati negli ultimi anni, travolti dalle paure dei consumatori e dai maldestri tentativi dei governi di migliorare lo stile di vita dei propri cittadini.

Perché proprio questi prodotti? Perché ricchi di grassi, di sale e dunque facilmente demonizzabili come causa di tutte le nostre malattie, dal diabete all’ipertensione.

Fortunatamente, nel documento redatto durante il Terzo Forum di alto livello sulle malattie non trasmissibili non sono stati menzionati questi strumenti “dissuasivi” da applicare al prodotti agroalimentari.

 

I pessimi risultati delle etichette a semaforo e delle frasi dissuasive (false e fraintendibili)

Ha dunque prevalso il buonsenso, anche alla luce degli scarsissimi risultati ottenuti dai quei Paesi come la Gran Bretagna o il Cile, dove etichette a semaforo e didascalie “dissuasive” non hanno migliorato lo stile di vita medio della popolazione, ma portato soltanto ad assurde storture per le quali una Coca zero ha tutti semafori verdi, mentre l’olio d’oliva li ha tutti rossi (i semafori si riferiscono infatti a 100 grammi di prodotto… ma chi mai consumerebbe 100 gr di olio al giorno??

Un sondaggio realizzato nel 2016 da You Gov per il Chartered Institute of Marketing, ha dimostrato chiaramente che i semafori alimentari introdotti nel 2013 in Gran Bretagna hanno soltanto confuso i consumatori: ben il 67% degli intervistati era infatti convinto che gli alimenti contrassegnati con tre bollini rossi dovessero essere completamente evitati e  il 50% ritendeva che nutrendosi di soli prodotti con bollini verdi si potesse avere una buona dieta, sana ed equilibrata. Quindi nutrirsi solo di coca zero e pop-corn sarebbe più salutare del bere succhi di frutta e mangiare formaggi.

 

Una strategia di prevenzione che disinforma anziché informare

Etichettare i singoli nutrienti (quali carboidrati, zuccheri, grassi e sale) su una dose fissa di 100g di prodotto, indipendentemente dalle quantità effettivamente consumate al dì, non solo non tutela la salute dei consumatori ma, anzi, la danneggia perché fornisce informazioni inesatte ed estremamente fraintendibili.

Non è il singolo alimento (o elemento nutritivo – è il caso dell’Olio di Palma) che determina la salubrità della nostra alimentazione, ma l’insieme di tutto ciò che mangiamo, nelle dosi in cui lo mangiamo.

Inoltre, la salute di una persona dipende da un insieme di fattori che ne determinano lo stile di vita: l’alimentazione è molto importante, ma non basta se non si affianca ad una vita attiva, lontana dalla sedentarietà.

 

Coldiretti in prima linea a tutela del Made in Italy

Il comparto agroalimentare in Italia è florido, di qualità e molto ricercato all’estero, tanto che, già nei primi 6 mesi del 2018 si è registrato un nuovo record delle esportazioni con un +3%, rispetto ai 41,03 miliardi raggiunti nel 2017.

Un Paese come il nostro, che vanta ben 293 riconoscimenti di prodotti a denominazione Dop o Igp, fa della qualità dei suoi prodotti il fulcro della produzione, tanto locale quanto nazionale.

Se fossero state davvero introdotte le etichette a semaforo o le frasi dissuasive, il colpo alla nostra economia sarebbe stato forte.

Dice bene il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, quando afferma che “il bisogno di informazioni del consumatore sui contenuti nutrizionali deve essere soddisfatto nella maniera più completa e dettagliata, ma anche con chiarezza, a partire dalla necessità di usare segnali univoci e inequivocabili per certificare le informazioni più rilevanti per i cittadini mentre sistemi troppo semplificati cercano di condizionare in modo ingannevole la scelta del consumatore” – “Un corretto regime alimentare si fonda sull’equilibrio nutrizionale tra i diversi cibi consumati e non va ricercato sullo specifico prodotto”.

Autore dell'articolo: Redazione