Obiettivo Spreco Zero: lanciata la petizione #FoodBagObbligatoria dal Festival del Giornalismo Alimentare

Obiettivo Spreco Zero: lanciata la petizione #FoodBagObbligatoria dal Festival del Giornalismo Alimentare

Quanto cibo sprechiamo ogni giorno nelle nostre case? E al ristorante? Cosa succede alle pietanze – magari squisite e realizzate con materie prime di altissima qualità – che non riusciamo a finire?

Molto probabilmente, finiscono direttamente da nostro piatto alla pattumiera. Perché in Italia meno del 20% di chi mangia fuori (al bar, al ristorante o in mensa) chiede un contenitore per portare a casa gli avanzi di cibo che ha pagato ma non ha finito di mangiare. Eppure, sempre più italiani mangiano fuori casa, soprattutto in pausa pranzo, e questo dato continuerà a crescere negli anni.

In Francia da 4 anni è in vigore una legge che obbliga i ristoranti a consegnare il cibo avanzato dai clienti, se questi lo richiedono, ma in Italia quest’usanza ancora non si è per nulla diffusa. I consumatori si vergognano a chiederlo e i ristoratori non lo propongono… Basti pensare che la Food Bag un tempo negli usa era chiamata Doggy Bag, perché si giustificava la richiesta degli avanzi inventandosi che sarebbero stati dati al cane di casa…

Ma si tratta di un imbarazzo immotivato, che va culturalmente superato per fare del bene all’ambiente e anche all’economia.

La petizione: Food Bag Obbligatoria in ristoranti, bar e mense

La Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare dello scorso 5 febbraio ha messo in luce questa questione, grazie alla decisione degli organizzatori del Festival del Giornalismo Alimentare (20-21-22 febbraio, Torino) di lanciare su Change.Org una petizione (che puoi firmare cliccando qui) per rendere obbligatoria la Food Bag nei ristoranti.

Promossa anche dal blog CNR – Comunicazione nella Ristorazione, la petizione vuole spingere ad una una vera proposta di legge in Parlamento, che introduca in tutta la ristorazione italiana l’obbligo di consegnare al cliente una food bag realizzata con materiali adeguati al contatto con gli alimenti e al trasporto e che mostri, stampato, un decalogo per la corretta conservazione del cibo.

Il decalogo vuole essere al contempo un forte richiamo all’educazione anti-spreco e all’educazione alla sicurezza alimentare.

Come evitare, nel nostro piccolo, gli sprechi alimentari?

Dal riuso creativo degli avanzi, con ricette anti-spreco, alla scelta di acquistare nei supermercati i prodotti più prossimi alla scadenza (scontati a prezzi davvero interessanti), sono molte le azioni che possiamo compiere per non gettare più il cibo ancora buono e risparmiare.

A venirci in aiuto, anche stavolta, è la tecnologia: sono molte le app scaricabili sui nostri smartphone che ci permettono di acquistoare a prezzi scontatissimi cibo ancora buonissimo che, altrimenti, verrebbe buttato.

Ve ne presentiamo due, molto interessanti:

MyFoody: le offerte dei prodotti in scadenza nei supermercati più vicini

Startup italiana che ha vinto il bando food waste reduction finanziato dalla fondazione Unicoop Firenze, MyFoody mette in relazione utenti e supermercati, mostrando quali offerte sono disponibili e dove. Attualmente, la partnership è con i supermercati Unicoop Tirreno e Lidl Italia, che ogni giorno inseriscono nell’app i loro prodotti in scadenza e la percentuale di sconto (spesso del 50%). Speriamo che aderiscano presto anche le altre catene presenti sul territorio.

TooGoodToGo: “pacchi sorpresa” pieni di leccornie dai locali indipendenti

Ogni giorno, a pranzo e a cena, sull’app TooGoodToGo ristoratori, fornai, bar, tavole calde, pizzerie, pasticcerie ma nache banchi dei mercati caricano quelle eccedenze di prodotto che sono rimaste invendute e che, a fine giornata, saranno obbligati a gettare (per rispettare le normative vigenti in tema di sicurezza alimentare). Racchiudono queste eccedenze in delle Magic Box dai prezzi scontatissimi (in media, per 15-25 euro di prodotti si paga tra i 5 e gli 8 euro)

Nata nel 2015 e presente oggi in ben 13 nazioni europee, questa app sta crescendo velocemente, anche se in Italia è disponibile attualmente nelle città di Roma, Milano, Torino, Genova, Verona, Bologna e Firenze

Autore dell'articolo: Redazione