Dieta Chetogena e Cervello: dagli effetti sulla perdita di peso alla gestione dell'epilessia farmaco-resistente nei bambini

Dieta Chetogena e Cervello: dagli effetti sulla perdita di peso alla gestione dell’epilessia farmaco-resistente nei bambini

Ci stiamo avviando verso la primavera, di conseguenza verso la Pasqua.
Proprio per questo molti di noi staranno già pensando di seguire (o, perché no, staranno già seguendo) una dieta per perdere peso.

Tra le tante che riempiono pagine e pagine di riviste e giornali on line, probabilmente avrete già sentito parlare della cosiddetta “dieta chetogena”, ma di che cosa si tratta esattamente?

Dieta Chetogena: perdere peso assumendo grassi

La dieta chetogena (o “chetogenica”) è una dieta ad alto contenuto di grassi e bassa percentuale di proteine e carboidrati.

Esatto, avete capito bene: è una dieta in cui si assumono soprattutto grassi e in buona parte proteine, ma viene ridotta drasticamente (se non interrotta) l’assunzione di zuccheri.

Com’è possibile che una dieta ricca di grassi faccia perdere peso?
La spiegazione è questa: solitamente le cellule del nostro corpo utilizzano come fonte primaria di energia i carboidrati di cui ci nutriamo.
Se si elimina la loro assunzione, le cellule del nostro corpo – escluse quelle del sistema nervoso – ripiegano sull’utilizzo dei grassi.

Si avvia in questo modo un processo denominato chetosi (o “acetonemia”), cioè una forma di acidosi dovuta al modificato metabolismo degli acidi grassi.
Questo processo si avvia dopo circa due giorni di ridotta assunzione di zuccheri (circa 20-50g al giorno), o addirittura di digiuno completo.

 

Chetosi: la trasformazione dei grassi in nutrimento per le cellule, incluse quelle cerebrali

La chetosi deve il suo nome alla sua induzione nell’organismo della formazione dei corpi chetonici (o semplicemente chetoni), ovvero composti sintetizzati dalle cellule del fegato in condizione di acidosi.

I chetoni prodotti sono tre: il beta-idrossibutirrato (C4H8O3), l’acido acetoacetico (C4H6O3) e l’acetone (C3H6O).
Sono le sostanze che vengono rilasciate nel flusso sanguigno per essere utilizzate come fonte di energia nei periodi di digiuno, durante l’esercizio fisico o come conseguenza del diabete mellito di tipo 1.

A differenza dei grassi, i corpi chetonici possono essere utilizzati come nutrimento anche dalle nostre cellule nervose.

Dieta chetogena ed epilessia: un valido aiuto per i bambini con farmaco-resistenza

Wilder, nel 1921, dimostrò come una la dieta chetogena fosse utile nel controllo delle crisi in bambini affetti da epilessia farmaco-resistente (ovvero resistente al trattamento di tipo farmacologico).

I meccanismi in grado di portare questo giovamento nei bambini non sono ancora del tutto noti, ma Lennox (1950) sottolineò il ruolo cruciale dell’acidosi generata dalla dieta: l’iperpnea (ovvero la respirazione accelerata) induce alcalosi (l’opposto dell’acidosi), e a livello comportamentale può indurre delle crisi epilettiche note come “assenze”, cioè un’improvvisa perdita di coscienza della durata di pochi secondi (fino a una trentina di anni fa avreste sentito parlare di “piccolo male”).

È stato dimostrato come il controllo delle crisi in bambini sottoposti a dieta chetogena sia collegato ad alti livelli di beta-idrossibutirrato e acido acetoacetico nel plasma.

Più di recente (Lutas & Yellen, 2013) sono stati ipotizzati alcuni possibili meccanismi d’azione della dieta chetogena, tra cui l’interruzione della trasmissione sinaptica del glutammato (ovvero il principale neurotrasmettitore eccitatorio del nostro cervello), l’inibizione della glicolisi (cioè la produzione di energia risultante dal metabolismo del glucosio) e l’attivazione dei canali cellulari per il potassio sensibili all’ATP (Adenosina Trifosfato), un composto ad alta energia richiesto dalla quasi totalità delle reazioni metaboliche del nostro organismo.

 

Le diete chetogene per l’epilessia infantile e le ripercussioni sociali

I principali regimi dietetici di tipo chetogeno utilizzati sono tre: la forma classica, con rapporto lipidi:proteine/glucidi di 3:1 o 4:1, la dieta con MCT (trigliceridi a catena media) e la dieta con MCT modificata (trigliceridi a catena media e lunga).
Questi tre regimi alimentari producono tutti un aumento di beta-idrossibutirrato e acido acetoacetico nel plasma, ma variano per gli effetti che hanno sui livelli di colesterolo e acidi grassi.

Se applicata per bambini di massimo 5-6 anni di età (mai sotto i 12 mesi) affetti da gravi epilessie generalizzate sintomatiche, la dieta chetogena può dare risultati clinici straordinari, con una durata del trattamento che va da un minimo di 18 mesi a un massimo di 4 anni (non oltre, perché potrebbe gravare sulla funzionalità renale).

Nonostante si tratti di un buon metodo di riduzione delle crisi epilettiche, molto spesso la dieta chetogena è stata sospesa per le sue ripercussioni psicologiche ed emotive nella vita del bambino: il cibo è notoriamente un mediatore sociale che facilità le aggregazioni fra individui, di conseguenza il dover seguire una dieta quantitativamente e qualitativamente molto rigorosa (e diversa da quella degli altri bambini) è risultato essere limitante per la socializzazione.

 

Adriano Acciarino,
Psicologo e Ph.D. in Psicologia e Neuroscienze Sociali,
Professore a contratto di Pedagogia Generale e Sociale

 

 

BIBLIOGRAFIA

  • Alimentazione e salute. Le risposte scientifiche a domande frequenti, Fondazione Umberto Veronesi. https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/dieta-chetogenica-di-cosa-si-tratta
  • Guidetti V. (2005). Fondamenti di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Il Mulino Manuali.
  • Lennox, W.G. & Davis, J.P. (1950). Clinical correlates of the fast and slow spike wave electroencephalogram. Pediatrics,  5, 626–44.
  • Lutas, A., & Yellen, G. (2013). The ketogenic diet: metabolic influences on brain excitability and epilepsy. Trends in neurosciences, 36(1), 32-40.
  • Wilder, R.M. (1921). The effetcs of kenonemia on the course of epilepsy, in “Mayo Clinic Proceedings”,2, 307-308.

Autore dell'articolo: Redazione