Sicuramente molti di voi avranno sentito parlare della celiachia almeno una volta nella vita (anche noi ne abbiamo già parlato qui), qualcuno di voi conoscerà persone a cui è stata diagnosticata, e infine altri saranno proprio affetti da questa intolleranza al glutine.
Si stima infatti che in Italia circa l’1% della popolazione sia affetta da celiachia, ma che solo 1/3 dei celiaci sappiano di esserlo.
La celiachia: molto più di un disturbo dell’apparato gastro-intestinale
I sintomi più comuni della celiachia sono prettamente intestinali, come crampi addominali, diarrea e meteorismo, ma possono essere presenti anche altri sintomi definiti “extra-intestinali”, come ad esempio osteoporosi, anemia e alopecia.
Celiachia e cervello: sintomi e patologie che non ci aspetteremmo
Sorprendentemente, sembrerebbero far parte di questi sintomi extra-intestinali anche alcune patologie del sistema nervoso, causate proprio dalla sensibilità al glutine.
Celiachia ed epilessia
Tra queste, troviamo una forma di epilessia a crisi parziali (ovvero che originano in una specifica area cerebrale), definita dai medici “epilessia a parossismi occipitali”.
Questa patologia neurologica sarebbe frutto della carenza di acido folico, caratteristica della celiachia.
La carenza di acido folico nei pazienti con celiachia indurrebbe l’accumulo di calcio a livello del lobo occipitale del cervello, cioè quell’area adibita all’elaborazione degli stimoli visivi.
Infatti, il sintomo principale di questa forma di epilessia sono delle crisi sensoriali visive caratterizzate spesso da fosfeni, ovvero dei puntini luminosi che appaiono nel campo visivo.
Celiachia e neuropatia periferica
Un’altra patologia neurologica che sembra associata alla celiachia è la neuropatia periferica, ovvero una sofferenza dei nervi del nostro corpo.
Il tipo di neuropatia più frequentemente associato alla celiachia è “distale” (ovvero colpisce le estremità del corpo), cronica (perdura nel tempo) e simmetrica (colpisce entrambi i lati del corpo).
Si tratta di una neuropatia caratterizzata da sintomi principalmente sensoriali, come ad esempio formicolii e dolori.
La causa di questa neuropatia periferica sembrerebbe risiedere nella presenza in pazienti celiaci di un determinato tipo di anticorpi associati solitamente ad altre patologie autoimmuni (cioè causate dal nostro stesso sistema immunitario).
Altre ipotesi di correlazioni al vaglio dei ricercatori
Per quanto non vi sia ancora chiarezza né concordanza del mondo scientifico riguardo alle cause che portano allo sviluppo dell’autismo, secondo l’ipotesi di permeabilità intestinale di Dohan, la mucosa intestinale anormale che caratterizza individui affetti da celiachia e intolleranza al lattosio rende il loro intestino troppo permeabile, consentendo così ai prodotti di digestione delle proteine alimentari (glutine e la caseina) di arrivare “dove non dovrebbero”.
Questo provocherebbe una risposta autoimmune di difesa eccessiva che affliggerebbe direttamente il sistema nervoso centrale provocando i classici sintomi dell’autismo.
Un disturbo di natura neurologica più raro che parrebbe essere associato alla celiachia è l’atassia cerebellare, ovvero un danneggiamento del cervelletto (un’area cerebrale implicata nell’equilibrio) che comporta una progressiva perdita di coordinazione motoria degli arti, movimenti ondulatori involontari degli occhi e difficoltà nell’articolare le parole.
La causa di questa patologia nei celiaci sarebbe la presenza degli stessi anticorpi citati parlando della neuropatia periferica.
Inoltre, alcuni studi hanno proposto una possibile relazione fra la depressione e la celiachia, e fra quest’ultima e il mal di testa.
Celiachia: dalla diagnosi alla dieta, per una vita più sana
Tutte queste correlazioni al momento risultano ancora poco chiare e non sempre riscontrabili, e sono state evidenziate da pochi studi.
Non c’è quindi bisogno di allarmarsi, ma a chi presentasse uno di questi disturbi consigliamo uno screening per scoprire se è affetto da celiachia.
In alcuni di questi casi, una dieta gluten-free sembra avere effetto sulla riduzione dei sintomi neurologici, ma anche su questo la ricerca è ancora fortemente divisa, e ha ancora molti passi avanti da fare.
Ricordiamoci che la celiachia è stata individuata relativamente da pochi anni, proprio per questo si registrano ogni anno moltissime nuove diagnosi (dal 2007 al 2017 gli italiani affetti da celiachia sono passati da 60.000 a 180.000) e non perché il numero di persone affette sia aumentato rispetto al passato (sono dati che si potranno avere solo tra due o tre generazioni).
Sicuramente, una diagnosi precoce, soprattutto nei bambini, può evitare l’insorgenza dei sintomi più gravi e delle patologie (gastrointestinali, ossee, ematiche e neurologiche) ad essa correlate.
Adriano Acciarino,
Ph.D. in Psicologia e Neuroscienze Sociali,
Professore a contratto di Pedagogia Generale e Sociale
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