Spesso si citano “raccomandazioni” dell’OMS – l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per giustificare una guerra massimalista e “cieca” a certi tipi di alimenti.
Ma un importante report pubblicato sul “Journal of Clinical Epidemiology” ha evidenziato come le raccomandazioni emanate dall’OMS non siano correttamente diffuse: spesso sono basate su studi con affidabilità bassa o molto bassa. La ricerca ha esaminato tutte le Linee Guida dell’OMS pubblicate negli ultimi anni e ha rilevato che su 456 raccomandazioni OMS, oltre la metà classificate come ‘forti’ erano basate invece su studi di qualità bassa o molto bassa. Come possono essere ritenute affidabili…? Ad esempio, nel recente report sull’introito di zuccheri aggiunti nella dieta di adulti e bambini, le raccomandazioni sono state stilate prendendo in esame 4 studi osservazionali degli anni ’60 (!), svolti in Giappone che indagavano l’insorgenza di carie dentali…! Le raccomandazioni ‘condizionali’ sono redatte dall’OMS quando non ci sono certezze sull’equilibrio tra rischi e benefici o svantaggi nell’adozione della raccomandazione. Quindi: quali “lezioni” dovremmo accettare dall’OMS nei paesi che sono la patria del mangiar bene, del gusto e del benessere?
“L’insieme, nella nutrizione, è molto più che la sola somma delle singole parti. Ci siamo resi conto che alcuni studi epidemiologici non sono adatti a tratte delle conclusioni per stilare Linee Guida scientificamente corrette. Gli anni di guerra ai grassi si sono dimostrati un misunderstanding scientifico. E la moderna tendenza alla ‘carbofobia’ sembra andare nella stessa direzione. Oggi, il focus dovrebbe essere sulla composizione complessiva e la qualità della dieta“ – Prof. Carlo La Vecchia Professore Straordinario di Epidemiologia presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’ Università di Milano.
Dopo 40 anni di terrorismo medico e mediatico nei confronti dei grassi, i ricercatori sono giunti alla conclusione che i grassi saturi non aumentano il rischio di incorrere in patologie cardiovascolari. E all’argomento la rivista Time ha recentemente pubblicato un ampio dossier in cui pone l’accento come campagne “antigrassi” condotte da oltre 30 anni negli Stati Uniti non hanno avuto alcun effetto sull’obesità e sulle malattie ad essa collegata, lasciando il pubblico più confuso che mai. A peggiorare le cose, gli scienziati sono ormai ai ferri corti sul consumo eccessivo di grassi o di carboidrati per quanto riguarda benessere e salute. È quindi necessaria un’attenta rivalutazione di questi argomenti, non basata su preconcetti ideologici…
“Le future ricerche nel campo della scienza della nutrizione avranno bisogno di nuovi e innovativi modelli sperimentali che prendano in considerazione – oltre l’effetto biologico – altri aspetti della nutrizione umana, quali gli aspetti psicologici, culturali e sociali, che sono in definitiva direttamente legati alla scelta alimentare” – Professor Furio Brighenti, Presidente della SINU (Società Italiana Nutrizione Umana) e Ordinario del Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’ Università di Parma.
Sul rapporto tra raccomandazioni OMS e l’effettiva salubrità di un corretto stile alimentare, come la dieta mediterranea, ha parlato recentemente anche al SBS, radio pubblica australiana, con una lunga intervista (in italiano!) al Dott. Giorgio Calabrese, nutrizionista, Colleen Barry, corrispondente dall’Italia per AP – Associated Press, e Luca Poma, giornalista e docente universitario sui temi della comunicazione. Ascoltiamoli!
Ecco la trascrizione dell’intervista audio
Nel periodo delle feste di Natale e Capodanno il cibo diventa protagonista nelle case di tutti noi, ma sono recenti gli allarmi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli zuccheri nei dolci fanno male, la carne rossa potrebbe causare il cancro e via dicendo. Il cenone di Capodanno è a rischio? Niente cotechini né panettoni?
Intervistiamo su questi temi il professor Giorgio Calabrese, il più noto esperto italiano di dieta mediterranea, la corrispondente per l’Italia di Associated Press Colleen Barry, e il giornalista e docente di Strategia della comunicazione Luca Poma.
Ma iniziamo con il professor Giorgio Calabrese il più noto esperto italiano di dieta mediterranea.
Buongiorno professor Calabrese.
Buongiorno a voi, buongiorno.
Professor Calabrese, l’OMS l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme: niente zuccheri, niente carni rosse, niente insaccati. La dieta mediterranea è sotto accusa? Dobbiamo crederci?
No, assolutamente anzi… Lei sa che io sono il Presidente del Consiglio Superiore della Sicurezza alimentare in Italia, con la stessa carica di relazione con l’Authority europeo della Sicurezza alimentare europea, e sono stato inviato all’OMS per capire perché avevano preso una posizione come questa e devo dire che ho fatto una scoperta terrificante. Ci sono due personaggi che hanno pensato questa idea, e hanno lanciato dei grants, e quindi paper che saranno pubblicati ma non sono ancora iniziati. Sono le loro idee che saranno poi, se raggiungeranno i loro obiettivi, pubblicate alla fine del 2016. Allora io ho detto loro: ma come avete fatto a lanciare questa notizia? “Noi pensiamo questo perché nei Paesi del nord Europa – per quanto riguarda ad esempio gli zuccheri – abbiamo visto che c’è un problema di eccesso nei dolci”. E io ho detto: guardate che nei dolci ci sono più grassi che zuccheri e poi il gioco al massimo potrebbe essere legato a bevande zuccherate e non a cibi che siano ricchi di zuccheri. La stessa cosa è successa con la carne. Lloro hanno detto in Inghilterra nel mondo britannico e nel mondo scandinavo c’è un eccesso di tumori del colon per eccesso di carni conservate o manipolate. Io ho spiegato loro che mentre in Italia noi mangiamo al mattino il cappuccino e la brioche oppure il cappuccino e fette biscottate o pane con marmellata e miele, in quei posti invece, da Londra in su, si prende una colazione in cui c’è il bacon fritto, il croissant salato o fritto che ha dentro dei wurstel fritti a loro volta con senape o piuttosto il ketchup o piuttosto la maionese o quant’altro. Questa non è più una dizione mondiale è un valutazione di un mondo anglosassone che può avere questi problemi allora lanciate il messaggio e l’allarme a loro non al mondo. E loro in effetti ne hanno fatto una valutazione su cui sono convenuti e hanno poi fatto una dichiarazione che però non è stata ripresa molto dai giornali quando hanno detto in effetti questo è il nostro pensiero, il lavoro sarà concluso alla fine del 2016.
In un suo intervento ad un recente convegno, lei ha affermato che lo zucchero è la benzina del nostro cervello. Può chiarire questo concetto? E se è così perché gli zuccheri sono tanto demonizzati?
Ho fatto quel convegno all’Expo, perchè ero il capo dei dietologi dell’Expo, e abbiamo visto che nel tempo – dividiamo gli zuccheri semplici e gli zuccheri complessi – si mettevano troppi zuccheri semplici. Il 24% delle calorie erano da zuccheri semplici. Chi vi parla assieme ad altri scienziati del mondo è riuscito a farlo portare al 10%, quindi abbiamo fatto una moratoria e abbiamo messo una attenzione particolare a che questo lavoro potesse essere molto controllato. Cosa ne è venuto fuori? Che ad un certo punto, a livello sempre centrale, si è fatta una battaglia perché? Perché stanno uscendo nuovi edulcoranti, tipo la stevia, e allora c’è un gioco commerciale che porta lo zucchero che secondo loro dovrebbe andare dal 10 al 5%. Le faccio un esempio: se io chiedo a lei, che vive in Australia, quanto zucchero lei al giorno usa per il caffé, il latte o altre cose, Lei cosa mi risponde?
Le rispondo che non lo prendo
Brava, c’è della gente che in Italia abbiamo fatto la media non supera i 2 cucchiaini, se non al massimo 3 al giorno, che sono meno del 2% e loro vogliono portarlo al 5%. Guardate che il 10% va molto bene, i dolci sono ricchi di grassi soprattutto saturi e allora noi dobbiamo spiegare, quando io ho spiegato questa cosa all’Expo, che il problema non è lo zucchero di per sé, i carboidrati sono la benzina del cervello, del cuore, dei muscoli. Io sono il dietologo della Juventus da 34 anni se io ai miei ragazzi non dessi la giusta quota di carboidrati, che si dividono in carboidrati semplici tipo lo zucchero da cucina e il miele e i carboidrati complessi tipo la pasta, il pane, il riso, tutti i cereali o i legumi, questi ragazzi non andrebbero avanti. Quindi non facciamo le battaglie errate facciamo le battaglie giuste: non esageriamo con le carni, non facciamo tecniche di cucina che siano eccessivamente alte di temperatura, non carichiamo di grassi ciò che mangiamo. Questo è il messaggio che bisogna dare.
Da accusatrice l’OMS è passata ad essere sotto accusa da molte fonti si è obiettato che più della metà delle raccomandazioni di questo organismo internazionale sono basate su basse o bassissime evidenze scientifiche. Ora Federalimentari vuole anche fargli causa e il Comitato di cittadini “Mangio Bene & Vivo Bene”, che difende il Made in Italy, si accoda dicendo che non possiamo prendere lezione di corretta alimentazione dagli americani. Cosa può dichiarare lei da esperto della materia?
Hanno ragione, tant’è che sono andato anch’io, come ho detto prima, a contestare l’OMS e ho scoperto che loro non avevano lavori, loro avevano idee! E queste idee siccome sono i capi dell’OMS le hanno lanciate come se fossero già lavori accertati, non è così. Allora noi dobbiamo essere estremamente attenti al fatto che avere una valutazione di tipo professionale significa avere l’esperienza quando pubblichi i lavori. Loro hanno lanciato su un giornale un abstract in cui hanno detto secondo noi dovrebbe essere questo invece l’hanno poi ritradotto in “è così”. “Secondo noi” una cosa “è così” è un’altra cosa. Noi siamo scienziati non siamo venditori ambulanti, per cui loro la devono smettere. Ha ragione la Federalimentare, hanno ragioni i consumatori perché noi dobbiamo essere rigorosi, quando c’è una cosa che fa male fa male sempre. Io ho sempre detto non esagerate con le carni, non esagerate con gli zuccheri ma quando io sono dovuto andare dalla ministra inglese della Sanità perché aveva dato l’ok alla Coca Cola Zero e a Red Bull, e aveva messo il bollino rosso all’olio extravergine e al parmigiano reggiano mi sono reso conto che quella ministra o non capiva nulla o era in malafede. Perché in malafede? Perché dipendeva dalla parte commerciale delle sue aziende. Aziende nel senso non a scopo personale ma delle aziende inglesi. Questo non è più un discorso scientifico è un discorso commerciale, io non sono un commerciante quindi mi tiro fuori.
Professor Calabrese, concludendo, quali consigli a chi ama il cibo italiano in vista delle feste natalizie e del cenone di Capodanno?
Beh intanto lei deve sapere che in Italia nella vigilia del Natale si mangiano tantissimi legumi e verdure, fatte in tutti i modi, qualcuno esagera anche magari aggiungendo tanti grassi, però sono soprattutto primi piatti, verdure e legumi. Poi c’è come secondo il pesce, dall’anguilla al capitone al pesce in generale, e poi c’è anche la carne, e questo va tutto bene. Il giorno di Capodanno, il 31 sera, c’è soprattutto il cotechino, lo zampone con le lenticchie e poi si mangia magari un po’ di pesce ancora. La logica è questa: state attenti non tanto a quello che mangiate ma a quanto mangiate, state attenti a quanto grasso mettete, state attenti ai condimenti e soprattutto ricordatevi sempre che il panettone che è molto buono, il pandoro che è molto buono si mangiano non subito dopo il pranzo, ma si mangiano tra un pasto e l’altro quindi al pomeriggio, nella tarda mattinata o se si fa tarda notte magari dopo l’una di notte, perché si sta ballando, perché si è fuori, perché ci si diverte. Poi un bicchiere di vino ai pasti, un buon Moscato d’Asti o quant’altro che possa dare dolcezza con lo spumante, l’alcol in generale che aiuta molto, ma in Italia abbiamo tanti vini buoni. E a quel punto l’indomani, quindi il giorno dopo Natale, il giorno dopo Capodanno, mangeremo in uno dei due pasti soprattutto a pranzo tante verdure e una buona dose di frutta in quel momento lì ci renderemo conto che non abbiamo esagerato prima e abbiamo compensato dopo.
Professor Calabrese a questo punto non mi resta che augurarle buon Capodanno.
Buon Natale e un buon Capodanno a lei e a tutti i vostri spettatori, a tutti i vostri amici, affiliati soprattutto le vostre famiglie che possa essere il prossimo anno veramente un anno più sereno, più tranquillo, direi più positivo di quelli che sono stati gli ultimi anni.
E per quanto riguarda il cibo non astenersi ma godere quanto ci da la natura.
Così deve essere. Perché il Padre Eterno ci ha dato la possibilità di fare anche degli errori non illegali, non che provochino malattie però ogni tanto un errore fa bene. Grazie.
Parliamo ora con Colleen Barry corrispondente per l’Italia dell’Associated Press di New York che ha seguito il tema della nutrizione e sicurezza alimentare.
Colleeen l’OMS come sappiamo ha lanciato l’allarme niente zuccheri, niente carni rosse, niente insaccati un attacco vero e proprio alla dieta mediterranea al quale Federalimentari ha risposto con minacce di querela dal momento che argomentazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità avrebbero una affidabilità scientifica medio-bassa. Colleeen qual è la sua opinione a riguardo?
Ma ho visto in Italia subito dopo che è uscita la notizia che sia l’industria sia il governo hanno lavorato di difendere la carne il prodotto in Italia. Hanno parlato molto della qualità, del fatto che la carne in Italia non è trattata con ormoni a differenza di altri Paesi e che proprio la fascia alta ci sono solo prodotti naturali che è una cosa che hanno sottolineato tanto con il pubblico. Anche in questo periodo festivo ho visto tante pubblicità sulle riviste e sui giornali parlando della qualità del prodotto sul prosciutto San Daniele per dire e prosciutto di Parma.
Lei è una autorevole rappresentante della stampa estera. Ma come mai quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità emette “raccomandazioni” esse vengono amplificate sui mass media in tutto il mondo, mentre le critiche sempre all’Organizzazione hanno così poco appeal. Forse i mass media privilegiano il parere dell’Organizzazione della Sanità anche quando questo appare non affidabile?
Ma se sono affidabili o no è un cosa che ognuno deve valutare per sé. Credo che la prima notizia era molto clamorosa è giusto che era una cosa che è stata molto amplificata nel mondo perché toccava le nostre abitudini quotidiane per cui ha avuto un risonanza importante. Ci sono tanti, magari nei primi momenti, che hanno perso un po’ il fatto che verrà fuori più approfondito ad aprile il risultato. È una cosa che ha chiesto il governo italiano di avere più informazioni sugli studi questi verranno fuori ad aprile. E poi anche il fatto che si parla anche di quantità, in Italia il consumo medio è molto sotto la soglia diciamo di pericolo, di avere problemi per cui bisogna anche leggere bene la notizia non solo leggere i titoli. Non è solo l’Italia che è toccato da questo anche la Germania, anche la Spagna, anche la Francia c’è una produzione importante. Gli Stati Uniti importano tanto prosciutto, tanta carne lavorata, tanti salumi dall’Italia soprattutto negli ultimi anni perché per tanti anni c’era un divieto di prosciutto di Parma e poi hanno aperto il mercato un paio di anni fa è diventato un mercato molto importante. Poi in Italia abbiamo visto nelle prime due settimane un calo di consumi però devo dire che nelle ultime settimane quando ho girato per le feste ho visto sempre ampiamente rappresentate sulle tavole prosciutto e altri salumi per cui non vedo che ha cambiato molto le abitudini almeno in Italia.
Il professor Calabrese ha affermato che quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono falsi allarmismi e che la dieta mediterranea rimane la migliore del mondo. Questa è anche l’opinione dei cittadini americani ai quali lei indirizza i suoi servizi dall’Italia?
Sì, la dieta mediterranea è molto apprezzata anche perché si punta anche sulla moderazione non è solo la composizione della dieta è importante di non mangiare troppo di tutte queste robe e questa è una cosa che si sapeva già prima dall’OMS.
Le posizioni sulla dieta mediterranea del professor Giorgio Calabrese sono note a tutti ma la corrispondente dell’Associated Press non si è sbilanciata ed ha parlato del rapporto più approfondito che sarà reso noto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel prossimo aprile.
Ascoltiamo ora Luca Poma giornalista e docente di Strategia della comunicazione all’Università Bicocca di Milano e al Business School de Il Sole 24 ore.
Luca la posizione della sua collega è piuttosto prudente. Lei come la pensa?
Ma io non sono invece per nulla prudente semplicemente perché è la scienza che ci conferma che le posizioni dell’OMS sono deboli. C’è uno studio scientifico molto autorevole, pubblicato non troppo tempo fa su una rivista internazionale che è il Journal of Clinical Epidemiology, che conferma che più delle metà delle raccomandazioni dell’OMS hanno un’evidenza scientifica, una forza scientifica bassa o molto bassa allora la conclusione che se ne può trarre è univoca e non c’entra niente l’essere prudenti. Questo è un organismo che fa politica alimentare, a volte lo fa in maniera faziosa e schierata, attaccano gli zuccheri ma come ci insegna il professor Calabrese gli zuccheri sono la benzina per il nostro cervello, attaccano le carni rosse senza distinguere tra le carni rosse americane che sono di qualità assolutamente scadente ricche di estrogeni e le carni rosse italiane che sono di primissima qualità. Ecco allora che evidentemente queste raccomandazioni dell’OMS sono gravemente viziate da pregiudizi, questa è la mia posizione. Ed è sconcertante, vorrei aggiungere, come i mass media in qualche modo strombazzino la notizia, i titoloni non appena l’OMS interviene attaccando la dieta mediterranea e invece poi quando emergono, come sono emerse, delle forti pregiudiziali scientifiche contro l’OMS tutto taccia e nessuno dei corrispondenti della stampa estera in Italia voglia prendere posizione, neppure i giornalisti italiani che pure in qualche modo dovrebbero avere come priorità la difesa del Made in Italy e la trasmissione di notizie veritiere su un argomento così delicato come le cose che noi mangiamo tutti i giorni.
E cosa c’è da aspettarsi dal rapporto più approfondito che sarà noto nel prossimo aprile.
Ma non sono assolutamente fiducioso se la fonte è nuovamente l’OMS, avremmo di nuovo battaglie campali. Sembra quasi che ci sia una guerra commerciale. La guerra si è già vista, la presa di posizione della Francia contro certi dolci italiani, prese di posizione dagli Stati Uniti contro gli zuccheri e contro le carni ecc… In realtà forse non è tutto come sembra, nel senso che non è solo scienza ma ci sono anche interessi correlati retrostanti che a noi cittadini non sono molto chiari. È ovvio l’Italia è un big player nel mercato internazionale per l’alimentazione. La nostra dieta dimostra inequivocabilmente che il modo più sano di alimentarsi è quello adottato in Italia e che la qualità dei prodotti italiani è assolutamente prima nel mondo tanto che è super imitata. Tutte le volte che si vuole imitare qualcosa basta mettere l’etichetta Made in Italy e si ha garanzia di qualità. E allora probabilmente la verità è questa diamo fastidio l’Italia dà fastidio, il Made in Italy dà un po’ fastidio dal punto di vista commerciale e l’OMS non è del tutto fuori da questi interessi poco chiari questa perlomeno è la mia opinione.