In onda il 24-04-2016 – Condotto da: DARIO CARELLA – Tema trattato nella puntata la decisione assunta la scorsa settimana dal Parlamento Europeo con una grande vittoria dell’Italia per quanto riguarda il nostro comparto dell’agroalimentare e dei prodotti di eccellenza dell’agroalimentare italiano. Dopo 6 anni si è messa la parola fine alla questione dei semafori sui cibi?
Buona domenica. Oggi a Regione Europa – in apertura parliamo – della decisione assunta la scorsa settimana dal Parlamento Europeo, con una grande vittoria dell’Italia per quanto riguarda il nostro comparto dell’agro alimentare e dei prodotti dell’eccellenza dell’agroalimentare italiano. Perché una grande vittoria? Perché dopo 6 anni – soprattutto per impulso dei nostri Europarlamentari – si è messa la parola fine alla questione dei semafori sui cibi semafori sui cibi. Era una cosa che voleva la gran Bretagna, gli inglesi, una loro invenzione mettere i bollini verdi rossi e gialli sulle confezioni dei cibi, in particolare per quanto riguardava la grande distribuzione. Così succedeva che per esempio le bibite cosiddette “light”, gasate avevano il bollino verde e magari il parmigiano reggiano veniva indicato col bollino rosso perché – si diceva – invece fa male. Invece è una questione molto seria perché non si può, per ciò che riguarda i cibi, dicono gli esperti , mettere i bolli ni come se appunto si trattasse di accendere dei semafori, e bisogna invece inserire tutto questo all’interno di progetti dietetici, di diete equilibrati di consumi consapevoli. E allora noi andiamo con ordine per trattare questa che è una tematica con più punti da cui la si può cogliere, e che però ci riguarda molto da vicino nei territori locali, perché in questo modo si è salvaguardata l’esportazione in un pezzo di mercato per i prodotti italiani – come quello anglosassone – molto importante.
Allora cominciamo con il servizo di Antonio Silvestri:
La votazione del Parlamento Europeo parla chiaro: i profili nutrizionali delle etichette alimentari vanno ripensati, e il sistema – adottato principalmente in Gran Bretagna e poi in altri paesi – con i semafori a dare il via libera o meno ai consumatori, non va bene. Per gli europarlamentari non basta una valutazione meccanica, che peraltro finisce paradossalmente per dare rosso un prodotto genuino come il nostro parmigiano, e verde una bibita gassata zuccherata. E la nutrizionista conferma: “Quest’idea di classificazione di alimento buono e alimento cattivo non ci convince come non convince l’ingrediente buono o ingrediente attivo. Cioè qualsiasi alimento può essere messo un’alimentazione sana e bilanciata, se lo si fa bene. Eì lìhealty diet che è importante, non l’healty food. Questo in generale. Sicuramente è un sistema che piace molto al consumatore, perché diretto immediato: l’idea di un simbolo grafico sulla sulla confezione facilita la scelta. Vedo tutti i bollini Rossi le non o compro, vedo tutti bollini verdi e lo compro. Però non siamo facendo educazione alimentare!” In particolare, il sistema per quanto abbia presa immediata, è adeguato ai consumi alimentari e gli stili dei cittadini britannici, di qui la necessità di ipotizzare altre soluzioni. Abbiamo un esempio da poter vedere in qualche altro Paese dell’Unione che possa essere effettivamente seguibile? “La Francia ha fatto esattamente questo lavoro: ha stabilito la sua parametrazione con i dati dei consumi alimentari francesi, con i dati dei prodotti francesi , le porzioni – in particolare – degli alimenti, sono fatte esattamente sulla base delle porzioni consumate o che dovrebbero essere consumate a livello locale, quindi sono tutte diverse nei vari Paesi del mondo e dell’Unione in particolare… Quindi trovo che questa idea della Francia sia molto buona, perché è il concetto di adattare i propri consumi alimentari e il sistema dell’etichettatura è quello più virtuose in assoluto”. E in Italia, molti hanno espresso soddisfazione per il voto di Strasburgo, a partire dal Ministro delle politiche agricole, Martina che ha avversato il sistema di etichettatura anche all’interno del Consiglio dei ministri agricoli – dove ha ricevuto l’appoggio di 15 paesi – e che ora giudica importante che la Commissione abbia in merito aperto una procedura di infrazione contro il Governo britannico. Positivi anche i giudizi del mondo agricolo. Dalla Coldiretti, che ha sottolineato come sia stato tollerato che quel sistema si estendesse alla quasi totalità dei supermercati inglesi, ostacolando così le nostre produzi oni di qualità, alla Confagricoltura, che ricorda come la dieta alimentare corretta sia quella mediterranea, con prodotti genuini e inici. Il consumatore più che dare retta al semaforo, allora è necessario che badi alle informazioni contenute sulla confezione, strategiche per la salute. “La prima cosa da vedere per qualsiasi alimento sono le calorie, è il dato alla fine più importante, il dato che tutti comprendono: tante calorie sappiamo cosa vuol dire, poche calorie.sappiamo cosa vuol dire. E la GDA dice anche quante altre ce ne possiamo permettere rispetto delle ipotetiche 2000. Se si sta mangiando un prodotto che ne ha 500, so che poi mi posso permettere delle cose, un prodotto che ne ha 50 mi posso permettere delle altre cose. Quindi, volendo scegliere 3 cose direi: le calorie prima di tutto, il sale – che deve essere meno possibile – la fibra che deve ssere quanto più possibile”. La parola torna ora alla Commissione, perché valuti il fondamento scientifico dei profili nutrizionali indicate nel regolamento del 2006, ridiscutendo anche la loro utilità.
Allora, sempre molto chiaro il nostro Antonio Silvestri. Adesso noi sentiamo su questo tema delle etichette a semaforo bocciata dal Parlamento europeo in maniera definitiva le opinioni di alcuni europarlamentari:
On. Paolo De Castro – Pres. Commissione Agricoltura Parlamento UE: “un voto importante perché finalmente al Parlamento Europeo, al larga maggioranza – 402 a favore e 285 contro – abbiamo bocciato i profili nutrizionali, quindi un passo importante un segnale importante verso la Commissione europea, che adesso deve in maniera netta e chiara andare contro questo sistema di etichettatura a semaforo, che sta penalizzando i prodotti della dieta mediterranea, sta penalizzando i nostri formag i nostri prosciutti, lìolio extravergine d’oliva… tutti prodotti che nei supermercati inglesi oggi hanno il bollino rosso e, paradossalmente – invece – il bollino verde riservato per molti di quei prodotti che noi chiamiamo “junk food”, come le bevande gassate “light”, prodotti che certamente non fanno bene alla salute. E invece i prodotti – come l’olio extravergine di oliva intesta – che sono raccomandati dai nostri medici per l’aspetto positivo sulla salute che possono generare, sono addirittura indicati con semaforo rosso, quindi un sistema che non funziona. Soprattutto perché condiziona l’acquisto e non informa consumatore. Quindi: gran risultato di tutte le delegazioni del sud al Parlamento Europeo, grande risultato anche per il nostro Paese che ha fatto davvero un bel gioco di squadra”.
Om. Giovanni La Via – Pres. Commissione Ambiente Parlamento Europeo: “Abbiamo affondato i profili nutrizionali, affondato veramente un colpo importante, con un’ampia maggioranza anche di voto in Parlamento. Segno che il lavoro fatto in questi anni è un lavoro che ha portato dei frutti, dei frutti positivi per due ragioni. In primo luogo perché non si può valutare un alimento in se e per se, non considerandolo nell’ambito di una dieta. Non c’è un alimento che ha troppi grassi, troppi zuccheri o troppi sali. C’è una dieta che deve essere equilibrata. E questo è l’elemento vincente. Dal secondo punto di vista abbiamo così difeso tutte le nostre produzioni agroalimentari ,quelle italiane tipiche territoriali di qualità, le DOP e IGT italiane, perché nella valutazione, invece, e di alcuni altri Paesi che si accingevano ad adottare lo stesso strumento del semaforino, venivano tutti classificati come prodotti col bollino rosso. E questo avrebbe avuto pesanti ripercussioni, sia sulla vendita sia sulla volontà stessa delle nostre industrie di andare su quei mercati, per farsi etichettare il prodotto come un prodotto che fa male alla salute. Mentre invece non fanno proprio male alla salute, ma vanno consumati in modo equilibrato, all’interno di una dieta”.
On. Marco Zullo – Europarlamentare M5S-EFDD: “Il concetto di semafori è troppo semplificato, in realtà può essere tranquillamente utilizzato per ingannare il consumatore. Nessuno vieta a un’azienda di confezionare- anche chimicamente – un prodotto affinché rispetti qualche parametro specifico per avere un bollino verde, ma questo non significa avere qualità. La qualità deriva dal percorso che ha portato alla produzione dell’alimento in se, e dalla considerazione che l’alimento va consumato all’interno di una dieta che deve essere equilibrata e deve rispettare diversi criteri. Quindi l’utilizzo del semaforo è un modo per operare ingannare il consumatore”.