LA NOSTRA LETTERA APERTA AI DECISORI UE

Roma, Italia, giugno 2015

 

Oggetto: lettera aperta alla EU Parliament Legal Affairs Committee e ad altre Autorità istituzionali sul tema dei “profili nutrizionali degli alimenti”

 

Il Comitato “Mangio Bene & Vivo Bene” è un’associazione non a scopo di lucro costituita da un gruppo di cittadini – piccoli artigiani, professionisti, studenti e pensionati – desiderosi di fare la propria parte per difendere e promuovere l’immagine del cibo di qualità, in Italia, Francia, Inghilterra, Germania e in tutti gli altri paesi dell’UE. Il Comitato desidera promuovere azioni informative e di sensibilizzazione – specie tramite i media digitali – per contrastare pratiche dannose che – con approccio semplicistico e non confortate da solide basi scientifiche – intendano condizionare negativamente le abitudini alimentari dei cittadini, a svantaggio dei prodotti tipici locali.

In questo periodo, tra le varie importanti tematiche in discussione presso la Vostra Istituzione, Vi è anche quello del profilo nutrizionale degli alimenti.

A nostro avviso, una decisione consapevole di un cittadino come consumatore informato è sempre preferibile a una regolamentazione forzata da parte del governo, specie quando essa si basa su una visione “iper-semplicistica” dei fatti.

L’EFSA, come autorità UE, nella sua delibera n° EFSA-Q-2007-058, ha concluso che la suddivisione del cibo tra “salutare” e “non salutare” non è obiettivamente giustificata laddove non consideri l’intera gamma delle abitudini alimentari del cittadino. Al contrario, una tale semplicistica suddivisione stigmatizza alcuni alimenti in modo non obiettivo sulla base di informazioni parziali, che espongono il cittadino ad errori e – ottenendo un risultato esattamente opposto a quanto si prefiggono – a forzature nell’acquisto di prodotti non salutari.

Un esempio concreto di applicazione distorta di queste procedure, che da come risultato solo la “demonizzazione” di singoli alimenti, è il progetto dei “Semafori Alimentari”.

Come ben sapete, il sistema di etichettatura a semaforo sugli alimenti, in vigore nel Regno Unito dal giugno 2013, ha lo scopo di informare rapidamente i consumatori su quanti sali, grassi e zuccheri contiene un prodotto, così da favorirne scelte in linea di principio salutari, in nome della più che legittima “lotta all’obesità”. In realtà, le etichette a semaforo di fatto penalizzano il consumo di cibo di qualità – latte, formaggi e parmigiano, olio d’oliva, pasta, insaccati artigianali come il prosciutto, etc – che vengono invariabilmente marchiati con un bollino rosso, e favorisce di fatto il consumo di prodotti della grande distribuzione, nei quali zuccheri e grassi naturali possono facilmente essere sostituiti con dolcificanti artificiali, edulcoranti e surrogati, ottenendo così – quanto inconsapevolmente resta da capirlo! – l’effetto esattamente opposto a quello desiderato.

E’ poi appena utile ricordare che le etichette a semaforo sono pericolose anche per l’export dell’Unione Europea, perchè solo con i suoi brand di qualità l’Europa può competere con giganti come gli Stati Uniti, il Canada o l’Argentina, che ci sovrastano in termini di quantità di prodotti immessi sul mercato globale. La Commissione UE ha avviato una procedura d’infrazione contro il Regno Unito, giudicando le etichette a semaforo lesive della libera concorrenza e della libera circolazione delle merci (art. 34-36 del Trattato).

Voi Deputati membri dell’EU Parliament Legal Affairs Committee siete ora chiamati a deliberare sui presupposti stessi – profili nutrizionali dei singoli alimenti – che giustificherebbero l’adozione dei Semafori.

Il nostro Comitato ci tiene a evidenziarVi che il sistema dei Semafori Alimentari presenta le seguenti distorsioni:

  1. basandosi su 100 g di prodotto, indipendentemente dal tipo di alimento o dalle quantità realmente consumate dal cittadino, marchia col semaforo rosso persino l’olio d’oliva, come se fosse una bibita e non un condimento;
  2. permette alle “sottomarche” di imitazione di apparire più salutari dei prodotti DOP e IGP dell’agroalimentare di qualità di qualunque Paese UE;
  3. crea paradossi assurdi, come quello che vede la Diet Cola apparire “più sana” del latte;
  4. più che informare i cittadini, li “indirizza”, data l’analogia col semaforo stradale: rosso significa stop, quindi “non comprare”. I sondaggi confermano che i consumatori tendono ad astenersi dall’acquisto quando vedono il semaforo rosso, e questo potrebbe tradursi in un danno per le produzioni agricole all’interno dell’UE, che notoriamente hanno nella loro biodiversità il principale punto di forza, e che rischierebbero di essere danneggiati da politiche di censura basate solo sui profili nutrizionali del singolo alimento

L’origine di questo progetto distorsivo secondo lo scrivente Comitato è evidente, come abbiamo denunciato sul nostro sito www.mangiobenevivobene.it: il prezzo più basso delle sottomarche non bastava a convincere i consumatori, che continuavano a preferire i prodotti originali, e l’assurda indicazione che le “imitazioni sono più salutari” ha consentito di catturare una fascia consistente di cittadini UE. Il nostro Comitato ritiene tuttavia che la qualità dei prodotti e la salute stessa dei cittadini dell’Unione debba venire prima in ordine d’importanza rispetto agli interessi di business di pochi.

Noi siamo convinti che l’obesità – specie quella infantile – sia un problema di urgente attualità, ma chiediamo all’Unione Europea di intervenire non con “false soluzioni” come quella dei Profili Nutrizionali del singolo alimento e dei Semafori Alimentari, bensì di progettare con urgenza delle politiche più incisive di educazione alimentare, specie nelle scuole.

Affinché il consumatore possa compiere una scelta veramente consapevole, senza rischiare di essere manipolato, occorrerebbe lanciare lo studio di una nuova materia nelle scuole elementari e medie: scienza della salute, così da educare le generazioni future a una corretta alimentazione e a svolgere costantemente esercizio fisico, in quanto la sedentarietà è una delle cause principali dell’obesità infantile. In tal senso, una Raccomandazione UE potrebbe certamente risultare preziosa, ed è ciò che quindi il nostro Comitato – rappresentante degli interessi diffusi di una parte significativa della popolazione UE – auspica.

Vi ringraziamo per l’attenzione che avete riservato a leggere la presente lettera, e restiamo a Vostra completa disposizione per ogni utile integrazione, augurandovi buon lavoro.

Il Portavoce del Comitato,

 

Il PDF della Lettera aperta

Autore dell'articolo: Redazione