Una collaborazione tra i ricercatori del CREA (il Consiglio per la ricerca in agricola e l’analisi dell’economia agraria) dell’ENEA (Agenzia italiana per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e dell’OSU (l’Ohio State University), ha portato a due pubblicazioni sulla rivista PLOS One che aprono nuove prospettive per arricchire le patate con due importanti vitamine.
Nel primo lavoro (http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0184143), una collaborazione tra ENEA e CREA) è stato utilizzato il miglioramento genetico classico per arricchire le patate con luteina e zeaxantina, due carotenoidi che si accumulano nella macula lutea dell’occhio umano e prevengono la degenerazione maculare legata all’età, che è la causa principale di cecità nei paesi sviluppati. La luteina si accumula anche nel cervello umano e diete ricche in luteina sono associate al miglioramento delle funzioni cognitive nei neonati e negli anziani. La luteina si trova solitamente in verdure a foglia verde, come gli spinaci mentre le fonti dietetiche di zeaxantina sono più rare. Tra i risultati di questa ricerca è emersa la nuova varietà Melrose di patate, arricchita con luteina e la scoperta che i tuberi di questa varietà mostrano una ridotta germinazione e perdita di peso durante l’immagazzinamento a lungo termine, riducendo sostanzialmente l’utilizzo dei prodotti chimici e della refrigerazione durante la conservazione post-raccolta.
Nel secondo lavoro (http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0187102) , la OSU ha unito le forze con quelle di ENEA e CREA per studiare la quantità di vitamina A da patate arricchite in beta-carotene (“patate d’oro”) precedentemente prodotte attraverso una collaborazione tra ENEA e l’Università di Friburgo (https://titano.sede.enea.it/Stampa/skin2col.php?page=comunicatodetail&id=207). Il beta-carotene è la principale fonte di vitamina A negli alimenti di origine vegetale e la avitaminosi A è tra le cause principali di cecità e mortalità infantile in molti Paesi in via di sviluppo. Aumentando il contenuto di beta-carotene dei principali alimenti consumati in questi Paesi attraverso un processo chiamato “biofortificazione”, il consumo di vitamina A può essere migliorato, salvando molte vite umane. La biofortificazione con beta-carotene di una serie di piante di largo consumo, come il riso, il mais, la patata e la cassava, è una delle priorità principali indicate nel Copenaghen Consensus Report (http://www.copenhagenconsensus.com/guide-giving/gtg-micronutrient-fortification-and-biofortification-challenge).
I ricercatori OSU hanno usato un sistema simulato di digestione da loro creato per studiare la bioaccessibilità del beta-carotene nelle “patate d’oro”. Lo studio ha rivelato che i tuberi contengono livelli di vitamina E 10 volte superiori rispetto alle patate normali. Lo studio suggerisce anche che una porzione da 150 g di “patate d’oro” bollite può fornire il 42% della dose giornaliera di vitamina A e il 34% di vitamina E di un bambino, sufficiente a prevenire lo stato di avitaminosi. Il dottor Giuseppe Mandolino, che ha coordinato lo studio nel CREA, ha concluso: “La caratterizzazione dettagliata del germoplasma di patate ad alto contenuto di carotenoidi ha portato alla scoperta di nuove varianti geniche presenti nelle patate non OGM che controllano la biosintesi dei carotenoidi; queste varianti possono essere utilizzate per la generazione di patate non-OGM, biofortificate con carotenoidi ad alto valore nutrizionale come la zeaxantina e la luteina. La varietà Melrose, rilasciata dal CREA durante il progetto in collaborazione con ENEA, è un primo esempio di tali nuove varietà.
Giulio Viggiani – Ufficio Stampa CREA www.crea.gov.it – https://www.facebook.com/CREARicerca/