report Kaufmann

ETICHETTA A SEMAFORO, TRIONFA IL MADE IN ITALY. PARLAMENTO UE BOCCIA I PROFILI NUTRIZIONALI UN SISTEMA CHE FINIVA PER PENALIZZARE I PRODOTTI DELLA DIETA MEDITERRANEA. MARTINA: VITTORIA ITALIANA

Fonte: Agricolae.eu – 12/04/2016

Riportiamo l’interessante analisi di Agricoale sul recente voto di Strasburgo

Grande vittoria italiana oggi a Strasburgo dove il Parlamento Europeo ha approvato con una larga maggioranza (402 a 285) l’articolo 47 del rapporto Kaufmann, che chiede alla Commissione UE di eliminare il concetto di profili nutrizionali. Introdotti nel 2006, i profili nutrizionali distinguono arbitrariamente i cibi in buoni e cattivi sulla base del contenuto di grassi, grassi saturi, sali e zuccheri, a prescindere dall’insieme della dieta o delle quantità consumate. Un sistema che finiva per penalizzare severamente i prodotti tipici della dieta mediterranea, inclusi quelli con marchio di qualità DOP o IGP. Dai profili, infatti, derivano le famigerate etichette a semaforo britanniche, che marchiano con un bollino rosso i prodotti considerati “cattivi”, tra i quali sono annoverati il prosciutto di Parma, il parmigiano reggiano e l’olio d’oliva ma paradossalmente non le bibite gassate “light”. Una ricerca Nomisma commissionata da Federalimentare ha dimostrato ampiamente che le etichette a semaforo hanno danneggiato in maniera molto seria il made in Italy nel Regno Unito, con perdite percentuali a due cifre per alcuni prodotti tipici della nostra gastronomia. Esultano Federalimentare e Coldiretti, che negli ultimi giorni avevano inviato una lettera agli eurodeputati italiani di tutti gli schieramenti spiegando che a Strasburgo avrebbe avuto luogo “un voto di eccezionale importanza per l’agricoltura, per i prodotti di qualità e per tutto il made in Italy”.

“I profili nutrizionali – recita la lettera delle due associazioni – sono all’origine della classificazione dei cibi in buoni e cattivi senza alcun fondamento scientifico, con la conseguente discriminazione di prodotti di qualità ingiustamente marchiati con dei semafori rossi”. A premere per i profili è una lobby eterogenea con in prima linea una serie di ben note ONG inglesi e tedesche ben inserite nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Che il massimo organismo della salute nel mondo basi le proprie deliberazioni su basi sostanzialmente ideologiche e non scientifiche, AGRICOLAE lo aveva già denunciato lo scorso novembre, dopo la controversa uscita dell’OMS sulla presunta cancerogenicità delle carni rosse e lavorate. Una statistica pubblicata dal Journal of Clinical Epidemiology dava infatti risultati impietosi: il 55,5% delle raccomandazioni pubblicate dall’OMS nell’arco di cinque anni risultava basato su una qualità di evidenza scientifica definita “bassa” o “molto bassa” dallo stesso metodo di valutazione in uso all’OMS, il sistema GRADE. Si auspica che dopo questo voto non solo l’Europa ma anche la stessa OMS possano rivedere le proprie fallimentari politiche nutrizionali, che in oltre dieci anni di guerra a sali, grassi e zuccheri non hanno modificato di una virgola il trend crescente dell’obesità e delle malattie non trasmissibili.

Autore dell'articolo: Redazione