Franco Verrascina, presidente di COPAGRI

Intervista a Franco Verrascina, presidente di COPAGRI

In riferimento al recente voto del Parlamento Europeo sulle etichette a semaforo, abbiamo intervistato in esclusiva Francesco Verracina, recentemente rieletto Presidente di COPAGRI, Confederazione Produttori Agricoli, una delle organizzazioni più attive nel denunciare i limiti e le criticità di questa misura…


Presidente, con il voto di ieri a Bruxelles, possiamo considerare risolta la “minaccia” delle etichette a semaforo verso i nostri prodotti agroalimentari, o l’iter è ancora in corso?

La relazione approvata ieri dal Parlamento Europeo invita la Commissione a rivedere base scientifica, utilità e fattibilità della cosiddetta “etichetta a semaforo”, quindi ci aspettiamo che la Commissione ponga fine a questo paradosso. Tale sistema è un attacco a produzioni DOP, IGP e non solo, riconosciute a livello mondiale come sicure e di qualità e in larghissima parte italiane, perché si basa senza alcun fondamento scientifico su valutazioni strumentali ed estremamente superficiali del tipo “questo è buono, questo no”. Ciò sarebbe fuorviante – in Inghilterra già lo è – rispetto alla libera e consapevole scelta del consumatore e colpirebbe, solo per fare pochi esempi, prodotti come Parmigiano Reggiano o Grana Padano, Prosciutto di Parma, olio extravergine d’oliva, insomma eccellenze italiane, mentre talune bevande definite “light” sarebbero promosse come prodotto esemplare per la salute. Il tentativo dell’Inghilterra di imporre in Europa l’etichetta a semaforo è tutto incentrato su obiettivi commerciali, che non tengono in minima considerazione gli interessi dei cittadini. Ad oggi l’Europa, attraverso l’espressione istituzionale che rappresenta la popolazione dell’Unione ha detto no.

Concordiamo sulle criticità del sistema delle etichette a semaforo… ma quali sono le vostre proposte, in alternativa, per combattere la piaga dell’obesità?

Intanto, a proposito di prodotti contenenti grassi, sale e zuccheri, il problema non è, come si vorrebbe far credere nella fattispecie dell’etichetta a semaforo, esclusivamente nei contenuti dei prodotti, cosa ribadisco deviante con il sistema inglese. Occorre guardare ai  quantitativi consigliati nei pasti, seguire diete equilibrate e corrette che certamente non negano le eccellenze del nostro Paese, prendere ad esempio quella mediterranea – che ricordiamo è stata riconosciuta patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco –  alla base della quale c’è la qualità made in Italy, se pensiamo ad esempio all’olio extravergine d’oliva. Ma per gli inglesi evidentemente, se non vanno bene alcuni prodotti alla base della dieta mediterranea, non va bene neanche la stessa dieta. Resta fermo che per la COPAGRI è fondamentale la massima trasparenza d’informazione.  

Quella dell’etichetta a semaforo non è il solo problema che i nostri prodotti di qualità incontrano in Europa a livello normativo e non solo… cosa può fare – in concreto – il cittadino / consumatore?

Il cittadino / consumatore deve, come sempre più sta facendo, informarsi, acquisire consapevolezza delle proprie scelte e pretendere la dovuta informazione e trasparenza. Ma sono le istituzioni, in Europa innanzi tutto, che devono mettere il cittadino nelle condizioni di essere informato e, appunto, libero di valutare la qualità e distinguere il vero dal falso. Per la Commissione – e noi ci siamo ovviamente opposti – l’uso della denominazione ‘San Marzano’, solo perché manca la completezza della varietà “Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese – Nocerino”, può essere consentito per la produzione, l’etichettatura e la vendita di pomodoro coltivato fuori dall’area geografica della DOP. E’ o meno un palese tentativo di italian sounding? Questo “mostro”, l’italian sounding, nel suo insieme sottrae nel mondo 60 Miliardi di euro all’agroalimentare italiano. L’etichettatura obbligatoria dell’origine è un tabù che dev’essere abbattuto in tutta Europa e per tutti i prodotti agroalimentari.

Grazie, Presidente, e buon lavoro

Autore dell'articolo: Redazione