Farine

Farine raffinate: fanno davvero male? Facciamo chiarezza…

Quanti articoli avete letto sulla “pericolosità” tout-court della farina bianca e delle farine raffinate? C’è qualcosa di vero?

É giustissimo caldeggiare un adeguato consumo di farine integrali, che apportano elementi nutritivi ricchi e diversificati, ma le “bufale” e “fake news” sulle farine bianche sono tanto diffuse quanto dure a morire. Cerchiamo di sfatarle punto per punto.

La farina bianca è candeggiata con sostanze chimiche? Falso!

Chi pensa che la farina venga “sbiancata” con prodotti chimici simili alla candeggina non sa che dal 1998 l’uso degli sbiancanti è stato totalmente bandito dall’Europa, come è chiaramente esposto nel documento “The Bread and Flour Regulations” pubblicato dalla Food Standards Agency.

Durante la macinatura, la farina di grano diviene naturalmente bianca. Le farine più scure sono semplicemente farine di altre tipologie, oppure farine di grano che contengono ancora residui di crusca.

La farina bianca diventa colla nell’intestino? Falso!

Questa è certamente la frottola più divertente!
Non confondiamo la colla fatta in casa per i lavoretti in cartapesta dei bambini con i processi digestivi del nostro organismo!

La farina non si agglomera nel nostro copro e il muco intestinale non è qualcosa di dannoso ma anzi, lo tutela dai processi infiammatori!

La farina bianca è tutta OGM e gli OGM sono tossici? Falso!

Prima di tutto, non è vero che la farina bianca viene prodotta solo da grano OGM.

Secondo, importantissimo punto: non esiste alcuna prova scientifica che gli OGM facciano male! Si tratta di un’altra bufala potentissima, dettata dal pregiudizio. Le varietà di grano OGM sono molte e sono state prodotte in laboratorio per essere più resistenti alle avversità climatiche, alle malattie delle piante e alle sostanze tossiche, al fine di incrementare la produzione di ogni singolo campo.

Ovviamente, business a parte (e siamo tutti d’accordo che nessuna tipologia di grano debba essere soppiantata da un’altra, perché la salute di ambiente e corpo umano sono garantiti sopratutto dalla varietà del cibo e delle coltivazioni), questi grani più resistenti sono stati una fonte fondamentale di sostentamento per quei Paesi in via di sviluppo che soffrivano la malnutrizione in fasce molto ampie della loro popolazione.

Norman Ernest Borlaug, agronomo e ambientalista statunitense definito “il padre della Rivoluzione Verde”, vinse il Premio Nobel per la Pace nel 1970, proprio per il suo impegno nella lotta contro la fame nel mondo.

Alle sue ricerche si deve il grano geneticamente modificato Lerma Rojo 64, varietà ad altissima produzione e resistenza.

La farina bianca è priva talmente lavorata da essere priva di nutrienti? Falso!

Il problema non è il tipo di farina (bianca, OGM o integrale) ma il processo di macinatura, che implica per forza la perdita di una parte dei valori nutritivi. Proprio per questo l’Europa ha previsto la reintegrazione artificiale dei nutrienti persi, che quindi vengono riportati ai livelli precedenti la lavorazione.

La farina bianca provoca il diabete? Falso!

Il diabete è una malattia cronica, caratterizzata da un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue, a sua volta causata da una carenza (assoluta o relativa) di insulina nell’organismo umano.

Nel diabete di tipo 1 il sistema immunitario “impazzisce” attaccando le cellule che producono insulina nel pancreas. Senza insulina, lo zucchero non viene trasportato nelle cellule e finisce per accumularsi nel sangue. Si tratta di una patologia causata da una combinazione di predisposizione genetica e fattori ambientali.

Nel pre-diabete e nel diabete di tipo 2, invece, le cellule diventano resistenti all’azione dell’insulina, e il pancreas non riesce ad aumentarne la produzione abbastanza da superare questa resistenza. Anche in questo caso lo zucchero finisce per accumularsi nel sangue. Il sovrappeso incide fortemente sullo sviluppo del diabete di tipo 2, ma non tutte le persone ammalate sono in sovrappeso.

 

Non è quindi di certo un solo alimento che innesca questa malattia, ma un insieme di concause.

Anzi, oggi anche ai malati di diabete vengono fatti mangiare i carboidrati, con una preferenza per quelli che evitano i picchi glicemici, perché si è verificato negli anni che una dieta povera di carboidrati non portasse a un miglioramento della patologia e, anzi, innescasse altre problematiche legate a un eccesso proteico.

Come spiegano sul portale Diabete.com i carboidrati sono importanti “Il quantitativo totale di carboidrati introdotti ogni giorno con la dieta deve essere tale da fornire fra il 45 e il 60% delle calorie totali giornaliere”.

Autore dell'articolo: Staff