semafori alimentari

Big Food e le etichette a semaforo: ci risiamo!

Questa volta è direttamente “Big Food” a uscire allo scoperto, e ad appoggiare apertamente – e in modo interessato – le “etichette a semaforo”, o “semafori alimentari“, il già tanto deprecato sistema di etichettatura – adottato dalla grande distribuzione in Gran Bretagna, nel nome di una presunta “lotta all’obesità” – che “bolla” con il rosso alimenti contenenti grassi, zuccheri o sale, senza valutare la qualità e salubrità generale del prodotto, con il risultato che prodotti come il parmigiano subirebbero penalizzazioni all’acquisto, mentre bibite come la Coca Light godrebbero di “semaforo verde”.

I pericoli, per il made in Italy e per la salute

Che questa “banalizzazione” delle informazioni nutrizionali fosse ipersemplicistica era chiarissimo a tutti, tanto che l’UE rifiutò l’anno scorso di adottare per l’intero mercato unico questo sistema: ma intanto, nei paesi nei quali sono stati “bollati” con il rosso, sono calate considerevolmente le vendite di prodotti “tipici” e genuini, come il formaggio Brie (-8%), il Prosciutto di Parma DOC (-14%) e addirittura il nostro tanto amato Parmigiano Reggiano (- 13%, dati Nomisma 2016). Coldiretti stima in un recente comunicato che questi cali di vendita toccherebbero fino il 60% dei prodotti alimentari “Made in Italy” (!).

Utenti poco informati, infatti, basandosi sulla sola etichetta a semaforo, potrebbero prediligere una merendina “light” di basso prezzo e scarsa qualità complessiva, magari dolcificata con addittivi chimici di dubbia salubrità, rispetto a un buon dolce genuino o a un bel morso di buon formaggio fresco, e magari abbuffarsi di Pepsi Light, invece che bere un bicchiere di latte parzialmente scremato o un succo di frutta.

Etichette a semaforo: chi ci guadagna?

E proprio per questa ragione, pare che domani – 9 marzo – i lobbisti di 6 delle “big 10” dell’alimentare mondiale, ovvero Coca Cola, Pepsi, Mars, Mondelez, Nestlé e Unilever con le idee ben chiare – e orientate a incrementare il proprio giro d’affari – “planeranno” alla riunione della EU Platform for Action on Diet, Physical Activity and Health’ (piattaforma dell’Unione Europea per le azioni su Dieta, attività fisica e salute) riproponendo proprio la soluzione delle etichette a semaforo come presunto strumento di lotta all’obesità.

Improvvisamente convertite alla crociata contro l’obesità dei propri gaudenti consumatori, a colpi – ovviamente – di prodotti presunti “light”, le multinazionali del cibo confezionato risolveranno l’equazione a proprio vantaggio: più aspartame e allettanti scritte “senza zuccheri né grassi” sulle confezioni di junk food, così da rubare quote di mercato agli alimenti sani e genuini ma con “eccessivo” contenuto di zuccheri o sale. Con buona pace della salute del pubblico, e della corretta informazione, quella vera, che pretenderebbe di spiegare ad esempio perchè prediligere l’olio extravergine di oliva come condimento, nelle giuste quantità, piuttosto che qualche salsa con un contenuto di grassi abbassato industrialmente al fine di ottenere l’agognato bollino verde.

Le prese di posizione delle istituzioni contro le manovre di Big food

Come già successe in passato, in Italia si prevede una levata di scudi contro questo ennesimo tentativo delle lobby industriali di danneggiare le vendite del cibo Made in Italy: il Ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina, annuncia una coalizione di 15 paesi, in seno all’UE, pronta a scrivere alla Commissione proprio contro questa malapratica.

Anche il Movimento 5 Stelle, per voce dell’eurodeputata Tiziana Beghin, pare intenzionato a dare battaglia, e già si annunciano iniziative di Coldiretti e Federalimentare per sensibilizzare sulla vicenda e battersi contro l’adozione di queste misure semplicistiche, scientificamente senza fondamento e distorsive del mercato, in un campo – quello della sicurezza alimentare e della corretta alimentazione – dove, è bene ricordarlo, l’Italia è leader assoluto.

Anche noi di MangioBeneVivoBene abbiamo agito lo scorso anno, con diverse iniziative, tra cui una lettera aperta ai decisori UE, proprio su questo argomento. Il nostro impegno è di tenere alta la guardia, darci da fare e tenervi informati: continuate a seguirci!

Autore dell'articolo: Redazione